Le teorie del medico-artista: «Giusto abortire in privato»

Di Achille Della Ragione, l’estroso ginecologo-artista coinvolto nell’inchiesta napoletana, si può dire tutto, tranne che si nascondesse. «Gli aborti nei centri privati? Sono sicuri. E poi le donne hanno tutto il diritto di rivolgersi a chi vogliono», aveva tuonato in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, rilasciata quando già l’indagine di Napoli non era più un mistero.
La sua fama di «ultrà» abortista l’aveva consolidata spesso e volentieri. Anche dopo il coinvolgimento in una precedente inchiesta sugli aborti clandestini, che nel 2000 l’aveva fatto finire per qualche giorno agli arresti domiciliari. Il tribunale del Riesame l’aveva liberato, ma a forza di operare e dichiarare, aveva finito per essere indotto a farsi da parte. A 61 anni, come testimonia il suo sito web, si dedicava soprattutto ad arte scrittura.
Ma, almeno secondo gli inquirenti, era comunque rimasto un punto di riferimento per chi voleva dribblare la trafila per un’interruzione di gravidanza in ospedale. «Gli aborti clandestini sono diminuiti rispetto al passato -teorizzava- ma sono inevitabili a causa delle lunghe liste d’attesa negli ospedali. Le donne non vogliono seguire le trafile, specie in un momento così delicato, e vogliono veder rispettata la propria privacy». Della Ragione si spingeva ad affermare che quest’attività «extra-ospedaliera» era addirittura meritoria: «Per abortire da un privato a Napoli si spendono 600 euro, mentre andando nelle cliniche a Barcellona, dove è lecito fino alla 24esima settimana, ne costa 3.000. In ogni caso, il lavoro dei privati fa risparmiare al servizio sanitario nazionale 2.000 euro a paziente». Così spiegava, con la logica ferrea dello scacchista (in passato sfidò anche il grande Spasski).
Poco importa che al di fuori delle strutture autorizzate, sempre secondo l’inchiesta, si spalancasse un far west in cui tutto è possibile, legale o illegale che sia. Secondo l’aitante medico i vantaggi superano gli svantaggi e gli interventi fuorilegge a Napoli «sono circa 1.300 l’anno in tutta la Campania».
Evidentemente però, a qualche altro collega l’andazzo non sembrava così normale e meritevole di ringraziamenti da parte del Servizio sanitario nazionale. A far scattare l’inchiesta, infatti, sono state le dichiarazioni di un altro ginecologo partenopeo, che ha riferito le confidenze raccolte da diversi colleghi, almeno cinque, svelando un mondo ben diverso. «Aborti clandestini praticati fuori dalle strutture per fare favori ad alcuni - aveva raccontato il medico in un’intervista al Mattino-. Perché chi esegue un intervento per l’amante di una persona influente, se ne garantisce l’appoggio si stabilisce un rapporto stretto. Garantendosi appoggi importanti per qualsiasi situazione futura».

Uno scenario ben diverso da quello idilliaco dipinto da Della Ragione, secondo cui «a Napoli le forze dell’ordine dovrebbero interessarsi di altre cose». Un consiglio interessato, evidentemente, che i carabinieri ieri hanno respinto al mittente.

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