(...) Da lunedì, dopo un quarto di secolo, finalmente riaprono le antiche Terme di Genova. Un progetto, durato una dozzina di anni, che è stato realizzato dalla Curia, attraverso la Fondazione Opere Pie Riunite, con il finanziamento di 3,5 milioni di euro ottenuto dai fondi europei per lo sviluppo.
Lo stabilimento di Acquasanta, a due passi da Voltri, è stato inaugurato ieri mattina dall'arcivescovo Angelo Bagnasco, dal presidente della regione Claudio Burlando e dal sindaco Marta Vincenzi. Una caotica cerimonia che ha visto la presenza di centinaia di cittadini.
In molti, intirizziti dal freddo, sono stati costretti a una lunga fila fuori dal complesso termale prima di entrare per ammirare il piccolo gioiello termale.
«Per curare bene il corpo - ha spiegato Bagnasco - è necessario curare bene l'anima. È quello che faremo alle terme dell'Acquasanta. Questa impresa è stata una corsa ad ostacoli, ma ce l'abbiamo fatta».
Il sito delle terme è storico e le sue radici risalgono al 1465, anno in cui si hanno le prime notizie del santuario di N. S. dell'Acquasanta e della Cappelletta, costruito presso le antiche fonti di acqua solforosa. L'edificio fu costruito dopo il ritrovamento di una statua della vergine che oggi è conservata nella cappelletta. L'Opera Pia decise di realizzare, nel 1830, su disegno dell'architetto carpiteti, lo stabilimento termale per offrire le cure ai malati meno abbienti. L'edificio diventò un ottimo esempio di architettura neoclassica dalla forte impronta genovese. L'ultimo restauro risale invece agli anni Sessanta e ha interessato soprattutto la parte interna, mentre i prospetti e il tetto sono rimasti inalterati.
Il nuovo progetto, autorizzato mediante l'accordo di programma del 27 novembre 1998, ha previsto modifiche alle opere interne progettate per dare una migliore risposta alle esigenze attuali. Nel restauro e nella progettazione delle nuove strutture si è cercato di adottare i caratteri linguistici tipici dell'edificio termale ottocentesco che caratterizzano questa parte della vallata sopra Voltri. Inoltre nella progettazione del nuovo edificio poligonale contenente la piccola piscina termale, si è presa ispirazione dalla vicina Cappelletta ottagonale settecentesca, dove sgorgano le acque solforose.
Fino alla prossima estate le terme funzioneranno tuttavia a metà perché il centro benessere sarà aperto non prima di giugno. La proprietà ha, ciò nonostante, già stipulato le convenzione con le azienda sanitarie locali. Basta, quindi, una ricetta medica per ottenere le cure convenzionate.
Il listino prezzi, per chi non ha la possibilità di ricorrere alla mutua, prevede una serie di servizi che, singolarmente, variano dai 16 ai 36 euro per un trattamento di un quarto d'ora. L'inalazione, la nebulizzazione e lo «humage» costano 16 euro. L'aerosol «medicato», la doccia micronizzata e la chinesiterapia respiratoria collettiva costano 19 euro ciascuna. Per un singolo trattamento di ventilazione polmonare si spendono venti euro. La chinesiterapia singola costa 36 euro. Si tratta di prezzi in linea con quelli delle terme di Acqui, ma risultano sensibilmente superiori a quelle dell'altro stabilimento ligure, quello di Pigna, dove le inalazioni, aerosol, nebulizzazione, «humage», ventilazione polmonare e doccia nasale costano 10 euro a trattamento.
Gli utenti dell'Acquasanta in convenzione con l'Asl possono comunque risparmiare. Nel corso dell'anno si può richiedere un ciclo di cure inalatorie di 12 giorni, comprendenti due trattamenti giornalieri.
«La richiesta di cure - ha spiegato il direttore sanitario Giovanni Rebora - va compilata dal medico di famiglia o dallo specialista, otorino o pneumologo, sull'apposito ricettario regionale. Il ticket è di 50 euro per chi è in fascia d'età tra i 6 e i 65 anni, mentre fuori da questa fascia diventa di 3,10 euro se il reddito famigliare non supera i 36.151 euro. I risultati terapeutici si mostrano già nel breve periodo delle settimane di cura con una fluidificazione delle secrezioni e con un effetto antinfiammatorio, antisettico e trofico delle mucose. Nel lungo periodo, durante i mesi successivi alle cure, si registra una significativa riduzione delle riacutizzazioni».
Le fonti termali di acqua sulfurea sono tre, ma le terme attingono da quella che eroga circa 30 litri al minuto. Per una seduta inalatoria complessivamente viene impiegato un litro di acqua termale.
Il piccolo gioiello genovese del nuovo stabilimento si sviluppa su tre livelli con un pianterreno dedicato alle 24 postazioni per le inalazioni, ma anche alla «beauty-farm».
Le terme dell'Acquasanta si trovano a pochi passi dalla fermata Amt della linea 101, ma è consigliabile arrivarci in auto seguendo, da Voltri, la strada per il Turchino per poi seguire le indicazioni per la stretta strada di campagna per una manciata di chilometri.
Le aperture sono purtroppo ancora a «singhiozzo» e lo stabilimento non osserva l'orario continuato. Il centro terapeutico, che impiega 11 dipendenti, è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17. Il sabato è aperto solamente dalle 9 alle 14. La domenica rimane chiuso.
Ieri si è inoltre annunciato che sono cominciati i lavori di ripristino anche del santuario che prevedono il restauro della facciata della chiesa e dei porticati. Sarà riqualificata pure la piazza con nuovi punti luce e pavimentazione del sagrato.
Gli interventi, per un importo previsto di 2,5 milioni di euro, sono finanziati con fondi ex Colombiane. Il Comune di Genova per la progettazione esecutiva del restyling e lesecuzione dei lavori di recupero si è avvalso del supporto tecnico-amministrativo del Provveditorato alle Opere pubbliche.
«Le Terme di Genova rappresentano la nostra storia e la tradizione dei nostri avi - ha detto il presidente dello stabilimento dellAcquasanta Angelo Priarone - una cultura che qui nellentroterra ligure è intrisa di fede cristiana. La realizzazione del progetto per noi è motivo di grande orgoglio e una missione al servizio dei cittadini».
«Il successo realizzato dopo tutti questi anni - ha spiegato il governatore Burlando - si è basato in grande misura sulla collaborazione tra la Regione Liguria, la Fondazione Opere Pie Riunite di Genova e gli amministratori locali».
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