Terna spinge sull’Italia E Cattaneo prepara 6 miliardi d’investimenti

Terna si conferma una delle aziende più solide di Piazza Affari (nel 2010 i ricavi sono cresciuti del 14% a 1,58 miliardi) e prepara per i prossimi 5 anni fino a 6 miliardi di investimenti (di cui 5 per la rete in Italia) a fronte di una politica di dividendi crescente. Il primo dubbio tra gli analisti ieri presenti in Piazza Affari resta però se sarà ancora Flavio Cattaneo a guidare la società che trasporta l’energia elettrica in tutta Italia o se invece il piano strategico 2011-2015 presentato ieri diverrà il suo «lascito». Il secondo mandato di Cattaneo termina infatti all’assemblea di maggio, quando i soci saranno chiamati a rinnovare l’intero consiglio, oggi presieduto da Luigi Roth. L’ad di Terna è uno dei più gettonati nel toto-nomine nelle maggiori aziende pubbliche. Ma Cattaneo ha replicato che «il vertice non può rispondere» su decisioni che spettano agli azionisti. Bisognerà vedere se per il numero uno di Terna si aprirà un’occasione in un gruppo di maggiori dimensioni o peso strategico, come Eni o Enel. O per altri incarichi delicati a cui lo dovesse chiamare il governo. Viceversa resterà volentieri anche in Terna, che durante la sua guida è divenuta un’entità energetica di maggior peso e rilevanza.
Terna ha superato il 2010, anno ancora difficile per l’economia mondiale, con conti in aumento, a partire dal margine operativo lordo che si è portato sopra quota 1,17 miliardi (+17%) con investimenti sulla rete in crescita del 30% a 4,7 miliardi. Sono i conti migliori dalla quotazione in Borsa (giugno 2004), ha sottolineato il gruppo che ha già confermato agli azionisti da qui al 2015 dividendi in crescita del 4% ogni anno, malgrado lo scorso dicembre l’indebitamento sia salito a 4,7 miliardi (5,3 miliardi la stima al 2011).
La solidità finanziaria del gruppo, il debito netto resterà sotto il 60% rispetto al capitale investito, permette a Terna di alzare l’asta degli investimenti per i prossimi cinque anni: 5 miliardi di euro per l’ammodernamento della rete in Italia (700 milioni in più rispetto a quanto annunciato nel piano precedente) con una redditività in aumento dal 74 al 78 per cento. In cantiere anche l’ammodernamento delle infrastrutture delle maggiori città italiane e il collegamento con la Sicilia. Cui va aggiunto fino a un miliardo per le attività non tradizionali, sostanzialmente nuovi impianti fotovoltaici. Altri 200 milioni potrebbero essere poi destinati ai Balcani per un progetto di energia «verde». Parlando più in generale della strategia internazionale, Cattaneo ha però precisato che «se ci sono delle opportunità si colgono, ma devono essere tali. Fin quando c’è da fare nel tuo Paese - ha aggiunto - fai lì. Nessun nostro azionista può dire di averci mai rimesso un centesimo: negli ultimi 20 trimestri siamo stati sempre in crescita». In effetti dal suo insediamento al vertice di Terna cinque anni fa il valore del gruppo in Borsa è salito di oltre il 60% passando da 4 a 6,7 miliardi di ieri.

E lo stesso materiale distribuito ieri che fa il punto sugli ultimi 5 anni ha tutto il sapore di un grande bilancio della gestione Cattaneo. Probabilmente un modo per ricordare che ora il top manager è pronto per una nuova sfida.

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