Che scandalo l'immigrato assassino, ha ragione De Luca e Musk: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: l'omicidio di Martina Carbonari, il caso di Garlasco e Catania

Immagine di repertorio
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- Silvia Salis ne dice una corretta. Anzi due. La prima: Meloni “credo sia molto capace” e “penso che la sinistra abbia regalato alla destra la prima donna premier”. È presto per dirlo, ma la neo sindaca di Genova ha tutte le carte in regola per fare la scarpe a Elly Schlein: è di sinistra, ma non troppo; si presenta bene e potrebbe convincere anche i moderati. Se non commette tragici errori, non alle prossime politiche ma a quelle successive, potrebbe davvero porre fine alle velleità da segretaria della povera Elly.

- Sul caso di Harvard bisogna leggere Federico Rampini. La crociata di Donald Trump è sbagliata e illiberale, ma per comprenderla occorre andare alla fonte dello scontro. Per anni la censura e l’omologazione politicamente corretta hanno creato attorno ai grandi atenei americani una vera e propria cappa, di natura progressista, che ha limitato le libertà di studenti e professore che non intendevano allinearsi. Quella di Trump è insomma una reazione sbagliata ad un problema reale.

- Ho sentito ieri sera Federico Fubini, su La7, affermare che la Russia da quando Putin è al potere è sempre stata in guerra. E che dunque sia insito nel regime russo il seme del conflitto. Da un punto di vista cronachista, non fa una piega. Però vorrei far notare che dal 2000, anno in cui zio Vlad è arrivato al Cremlino, non è che gli Stati Uniti siano sempre stati in pace col mondo. Volete un esempio? Clinton ha bombardato la Serbia, l’Afghanistan e la Somalia per poi partecipare alla Guerra del Kosovo. Con Bush abbiamo avuto Afghanistan e Iraq. Obama promise mari e monti ottenendo il Premio Nobel per la Pace, ma poi intervenì in Siria, Libia, Iraq e Afghanistan oltre ad aver bombardato lo Yemen, la Somala e il Pakistan. Poi Trump, Biden e di nuovo Trump. Non sto dicendo sia meglio lo Zar, sia chiaro. Però noi occidentali dovremmo abbandonare un po’ l’ipocrisia di considerare solo gli altri brutti e cattivi.

- Ma perché l’omicidio di Martina Carbonaro, una tragedia, sta indignando i giornali - certi giornali - più di quello della povera Chamila ammazzata da un detenuto in permesso premio? Ve lo spiego io, perché. Perché quella tremenda recidiva distrugge una delle narrazioni principe del progressismo italiano, ovvero il fatto che i criminali dietro le sbarre vadano “rieducati” a tutti i costi. Il che, sia chiaro, è sacrosanto. Ma solo dopo che hanno finito di scontare, per intero, la pena.

- Di per sé le manifestazioni per la Palestina sono totalmente inutili: qualche titolo sui giornali, un po’ di voti forse, ma in concreto in Terra Santa non smuovono la situazione manco di mezzo centimetro. Ma fare una manifestazione addirittura a Teatro, e non in piazza, come intendono fare Calenda e Renzi, pare davvero senza senso.

- Ha ragione Vincenzo De Luca quando sostiene che, forse, essere "fidanzata" a 12 anni con un ragazzo di quattro anni più grande era un tantino esagerato. Sarà pure scomodo da dire, ma è vero.

- Elon Musk si è fatto di ketamina durante la campagna elettorale? Può darsi, non lo escludo. Ma se fosse stato un progressista (ah scusate, lo era) lo avrebbero celebrato per il suo libertinismo. Invece quelli che chiedono la cannabis legalizzata in Italia criticano l'imprenditore Usa per le sue abitudini con gli stupefacenti. E a difenderlo invece sono quelli che, a destra, in teoria, odiano le droghe. Il mondo è un posto veramente strano.

- Non so se l'intervista di Alberto Stasi sia stata concordata oppure no e se questo gli impedirà di continuare il regime di semilibertà. E non so nemmeno se è davvero colpevole, come dice la sentenza, o innocente come credono molti. Però sono dell'idea che chi viene giudicato colpevole di un crimine, in particolare di un crimine violento, dovrebbe evitare di rilasciare interviste un giorno sì e l'altro pure. Vorrei ricordarvi, in tutto questo, che c'è una famiglia che aveva una figlia e che è costretta a vivere lo strazio di questo circo mediatico.

- A Catania un parcheggiatore abusivo originario dello Zimbabwe ha ucciso un ragazzodi 30 anni dopo una lite per la mancata restituzione di alcune vaschette di plastica. Qual è lo scandalo? Lo scandalo è che, scrive l'Ansa, questo signore "non ha il permesso di soggiorno", "in passato è stato più volte sottoposto a provvedimenti emessi dal Questore" e "nel luglio del 2019, mentre faceva il posteggiatore abusivo sul lungomare ha aggredito due vigili che stavano per sanzionarlo, colpendoli con pugni e calci, prima di essere bloccato dai carabinieri e arrestato per lesioni volontarie e resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Uno dei due agenti, colpito al volto, fu portato al pronto soccorso per delle medicazioni. Per questo reato è stato in carcere". La domanda dunque è: perché era libero? Perché, irregolare, poteva stare in Italia? Perché lo abbiamo lasciato libero di uccidere un ragazzo che, peraltro, oggi, gli aveva pure offerto un po' di cibo? Eh: perché? Certo, può succedere come succede che un 18enne ammazzi la fidanzatina di 14 anni.

Ma se questo signore irregolare lo arrestiamo per aver picchiato un pubblico ufficiale, è inaccettabile che poi venga rilasciato e messo nelle condizioni di uccidere. Non può accettarlo la famiglia della vittima, non possiamo accettarlo noi.

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