Terrorismo

"18 fermi per gli allarmi bomba tra aeroporti e Versailles". E in Francia è allarme minori radicalizzati

La Francia ha un problema ed è il ministro dell'Interno a spiegarlo, sottolinenado che tra i radicalizzati ci sono anche 12 e 13 enni

"18 fermi per gli allarmi bomba tra aeroporti e Versailles". E in Francia è allarme minori radicalizzati

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"18 fermi per gli allarmi bomba tra aeroporti e Versailles". E in Francia è allarme minori radicalizzati

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In Francia negli ultimi giorni si sono susseguiti gli allarmi bomba: tutte minacce inesistenti che, però, hanno costretto le autorità a intervenire, chiudendo siti di rilevanza strategia come il museo del Louvre, la Reggia di Versailles (per ben cinque volte) e la Tour Eiffel. Per il principio secondo il quale è sempre meglio usare prudenza che trascurare un possibile allarme, il Paese è stato sotto scacco degli allarmi bomba, che sono stati lanciati anche per gli aeroporti. "Ci sono stati 18 fermi, essenzialmente di minori, nelle ultime 48 ore", il ministro dell'Interno francese Gerald Darmanin a Bfmtv.

La Francia ha un grosso problema interno ed è stato lo stesso ministro a spiegare dove si annida una delle più gravi criticità: "Ci sono almeno 1000 minorenni radicalizzati, segnalati alla polizia per islamismo. Questi ragazzi, si scambiano foto di decapitazioni e consultano la propaganda dell'Isis". Ed è internet il miglior terreno di propaganda, come spesso ormai avviene. "È colpa della polizia?", si è chiesto il ministro, sottolineando che tra i radicalizzati ci sono anche bambini di 11-12-13 anni. "Possiamo dire che forse è un po' colpa delle famiglie", ha osservato Darmanin. E dopo l'attacco di Hamas contro Israele in Francia, ha spiegato Darmanin, "c'è una minaccia terroristica supplementare". Da quando lui è in carica, quindi nel 2017, "oltre 922 schedati S radicalizzati sono stati espulsi".

È l'Europa a essere sotto scacco ma in Francia, ha spiegato il ministro, "non c'è alcuna minaccia terroristica definita". Situazione simile a quella che sta vivendo l'Italia, come hanno spiegato a più riprese gli esponenti del governo Meloni in questi giorni, sottolineando comunque la necessità di tenere alta la guardia per evitare che possano esserci attacchi a sorpresa. A margine del Consiglio Ue di Lussemburgo, il ministro dell'Interno francese ha ricordato che quando ha presieduto "l'Unione Europea, ha proposto un concetto, che è quello del separatismo, quello che potremmo chiamare jihadismo d'atmosfera, cioè le persone che utilizzano associazioni che utilizzano luoghi di culto, che utilizzano Internet, che utilizzano una sorta di ecosistema che permette il passaggio all'azione, che permette la radicalizzazione". Ed è contro questo sistema che occorre lottare "senza ingenuità".

Una ingenuità che, ha spiegato Darmanin, purtroppo esiste "sia nelle istituzioni di alcuni Paesi, sia dell'Unione Europea, e anche nel modo di dimostrare la nostra autorità nei confronti di queste strutture nello scioglimento delle associazioni, nel porre fine dei sussidi a queste associazioni, e in generale nella lotta per ciò che la Francia chiama laicità".

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