Con barba scura curata e abbigliamento tradizionale islamico alternato a giacche occidentali nelle apparizioni pubbliche e in tribunale, l'imam Wissam Haddad si presenta come un uomo di mezza età dall’aspetto ordinario, lontano dall’immagine stereotipata del leader carismatico. Nei video delle sue lezioni e nelle fotografie diffuse durante i procedimenti giudiziari a Sydney, appare composto, spesso seduto o dietro un leggio, con un tono misurato e un linguaggio corporeo controllato, più da insegnante che da oratore infiammato.
Il nome di Haddad, nato in Australia da genitori libanesi e attivo nell’area occidentale di Sydney, è diventato negli ultimi mesi un punto di convergenza di tre dossier sensibili per l’Australia contemporanea: la crescita dell’antisemitismo, il ruolo dei sermoni religiosi estremisti nello spazio digitale e il dibattito sulle reti di radicalizzazione che fanno da sfondo alla violenza jihadista. Haddad, noto anche come Abu Ousayd, è stato per anni una figura di riferimento del Al Madina Dawah Centre di Bankstown, dove ha tenuto lezioni e predicazioni rivolte principalmente a un pubblico musulmano. La sua attività, a lungo confinata a circuiti locali e online, è finita sotto i riflettori nazionali dopo una sentenza della Corte Federale australiana che ha qualificato alcuni suoi sermoni come razzisti e antisemiti.
Nel 2023, l’Executive Council of Australian Jewry (ECAJ) aveva avviato un’azione legale presso la Federal Court of Australia contro Haddad, contestando il contenuto di alcuni sermoni pronunciati negli anni precedenti e successivamente caricati su piattaforme digitali. Nel corso delle udienze, svoltesi tra il 2024 e l’inizio del 2025, la Corte ha esaminato video e trascrizioni in cui gli ebrei venivano descritti come gruppo collettivo con caratteristiche morali negative. Secondo la sentenza, tali affermazioni costituivano condotta offensiva basata su razza o origine etnica, in violazione del Racial Discrimination Act.
Nei mesi scorsi, la Corte ha ordinato la rimozione dei contenuti dalle piattaforme online, respingendo la tesi difensiva secondo cui si trattasse esclusivamente di discorsi teologici rivolti a un pubblico interno. Il giudice ha sottolineato che la pubblicazione su internet rende i messaggi accessibili a un pubblico ampio e non controllabile. Haddad non è stato però condannato penalmente: il procedimento ha avuto natura civile, ma è stato considerato uno dei casi più significativi degli ultimi anni in Australia sul rapporto tra predicazione religiosa e linguaggio discriminatorio.
Ma prima dell'udienza, Haddad, si era rivolto ai social media per affermare di rifiutare l'autorità della corte. Pubblicando online un video del tribunale federale di Sydney, aveva detto ai suoi follower: "Non crediamo in questi tribunali, queste sono le case dei Taghut ", utilizzando un concetto islamico che descrive l'adorazione di chiunque o qualsiasi cosa diversa da Allah. Nei contesti moderni, il termine è usato per liquidare, sminuire o insultare un potere non musulmano come anti-islamico.
Da adolescente, Naveed Akram, il più giovane dei due attentatori di Bondi Beach, faceva proselitismo e distribuiva opuscoli per il movimento Street Dawah associato, per l'area di sidney, proprio ad Haddad e ad altri estremisti. Il movimento (letteralmente predicazione di strada) non è un’organizzazione unica e strutturata, ma un insieme di pratiche e gruppi informali presenti in diversi Paesi occidentali, accomunati dall’idea di portare la dawah — cioè l’invito all’Islam — negli spazi pubblici. Lo Street Dawah è oggi oggetto di attenzione perché opera fuori dalle moschee ufficiali, sfugge al controllo delle autorità religiose tradizionali, utilizza social media per amplificare messaggi ma soprattutto coinvolge giovani e persone in cerca di identità.
Un'organizzazione guidata da Haddad era stata privata a luglio scorso del suo status di ente benefico dopo che un'indagine di Four Corners che aveva rivelato come stesse radicalizzando i giovani australiani mentre riceveva sgravi fiscali dal governo. La Dawah Van Incorporated era stata registrata come ente di beneficenza per predicare nelle strade di Sydney dal 2022, nonostante la sua pubblica fama di importante sostenitore dello Stato Islamico. Un ex agente sotto copertura dell'agenzia di spionaggio australiana ASIO, nome in codice Marcus, aveva dichiarato al programma di essersi infiltrato nel gruppo Dawah Van e di aver assistito al modo in cui indottrinava gli adolescenti all'estremismo violento.
Un video mostrava Haddad impegnato a convertire gli adolescenti nel quartiere centrale degli affari di Sydney insieme a Wassim Fayad, un criminale violento condannato, precedentemente identificato in tribunale proprio come reclutatore dell'ISIS.