La violenza macchia la festa del Ringraziamento in America. Alla viglia delle celebrazioni due membri della Guardia Nazionale sono stati colpiti in una sparatoria a Washington, vicino alla Casa Bianca. Un sospettato è in custodia della polizia ma non sta cooperando con le indagini e il presidente Donald Trump, che si trova in Florida, ha spiegato che l'aggressore è stato ferito. Secondo le prime informazioni delle forze dell'ordine, sembra che le vittime siano state prese di mira. «L'animale che ha sparato ai due membri della Guardia Nazionale, entrambi gravemente feriti e ora ricoverati in due ospedali separati, è anch'esso gravemente ferito, ma nonostante tutto, pagherà un prezzo altissimo. Dio benedica la nostra Grande Guardia Nazionale e tutti i nostri militari e le forze dell'ordine. Sono persone davvero straordinarie. Sono con voi», ha scritto il tycoon su Truth. Il governatore della West Virginia Patrick Morrisey dopo poco ha annunciato il loro decesso, salvo poi fare marcia indietro affermando che le condizioni non erano chiare poiché «stiamo ricevendo segnalazioni contrastanti sulle condizioni». «Le nostre preghiere sono con questi coraggiosi militari, le loro famiglie e l'intera comunità della Guardia Nazionale», ha aggiunto il governatore.
Le due guardie facevano parte del dispiegamento ordinato ad agosto da Trump, quando ha deciso di dispiegare nella capitale Usa circa 2mila militari della Guardia Nazionale per «combattere il crimine». A novembre il mandato è stato prorogato fino a febbraio, e ora il comandante in capo ha chiesto al Pentagono il dispiegamento di 500 altre unità a Dc. Molti dettagli della sparatoria, avvenuta intorno alle 14.15 locali, le 20.30 italiane, ad un isolato alla Casa Bianca, sono ancora al vaglio degli inquirenti. Uno dei due membri della Guardia Nazionale, definito subito «in condizioni critiche», sarebbe stato colpito alla testa. Ad ora non è emerso alcun movente per l'incidente, né se la sparatoria abbia avuto qualsiasi genere di motivazione politica.
Il 48enne Tim Moye, arrivato a Washington per visitare in occasione del Thanksgiving il figlio che a suo dire lavora alla Casa Bianca, si trovava nella zona quando ha sentito quello che ha descritto come cinque colpi d'arma da fuoco. «Ho visto un gruppo di persone iniziare a correre non appena sono partiti gli spari», ha raccontato.
Decine di soccorritori e veicoli della polizia sono immediatamente accorsi all'angolo tra la 17esima e la I Street NW, vicino all'ingresso di un hotel, appena a nord-ovest della residenza presidenziale, e la Casa Bianca è stata temporaneamente posta in stato di allerta rosso, che indica una potenziale minaccia per la vita, declassato poi ad «alto rischio» una volta divenuto chiaro che il sospettato era in custodia.