Guerra in Israele

La rete delle milizie sciite che minaccia Usa e Israele

I raid contro alcune basi Usa in Iraq hanno messo in luce la presenza di una fitta rete di miliziani legati a Teheran in medio oriente

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Non è la prima volta che le basi Usa in Iraq sono direttamente minacciate da ordigni lanciati da membri di gruppi ostili alla presenza di Washington. I precedenti più importanti risalgono al 2020, quando diversi gruppi sciiti legati all'Iran hanno preso di mira obiettivi statunitensi in Iraq in risposta al raid che il 3 gennaio di quell'anno ha ucciso a Baghdad il generale iraniano Soleimani. Tuttavia, gli episodi delle ultime ore appaiono importanti in relazione alle recente escalation tra Israele e Hamas e alle tensioni sorte in tutta la regione.

I gruppi sciiti in Iraq

Il contesto iracheno è certamente peculiare rispetto ai Paesi vicini. Nelle varie regioni dell'Iraq infatti da anni convivono basi Usa e roccaforti delle milizie sciite pagate ed armate dall'Iran. Si tratta di un'eredità dell'era della lotta all'Isis: il califfato infatti è stato ostacolato dalla coalizione a guida di Washington, a sostegno dell'esercito iracheno, con Baghdad però che ha ricevuto assistenza anche da Teheran. Un'assistenza che si è tradotta nella formazione di milizie paramilitari sciite corse verso nord per fermare l'avanzata dello Stato Islamico.

Defenestrato l'Isis però, le milizie non sono state sciolte. Molte sigle sono presenti ancora nelle regioni settentrionali dell'Iraq, nonostante le aree in questione sono da sempre a maggioranza sunnita. Una circostanza che non ha mancato di alimentare tensioni interne al Paese mediorientale. L'Iran, nell'era post califfato, ha evidentemente voluto mantenere le sue milizie sia per non far mancare la propria influenza sull'Iraq e sia per mettere pressione agli Usa.

I gruppi filo sciiti, originari soprattutto della regione meridionale di Najaf, sono solo in parte confluiti nella galassia politica sciita sostenuta dall'Iran. Molti altri continuano a ricevere soldi e armamenti da Teheran. I raid contro le basi Usa sono stati effettuati con almeno tre droni azionati probabilmente da una delle roccaforti sciite presenti in Iraq. La smobilitazione e il disarmo delle fazioni vicine all'Iran costituisce, ad oggi, non solo un problema politico interno alle istituzioni irachene ma anche un argomento non secondario quando si parla degli equilibri politici attuali in tutto il medio oriente.

Dal Libano allo Yemen, la rete anti Usa appoggiata dall'Iran

Dall'Iraq alla Siria e fino al Libano: quella mezzaluna sciita, ideata dal generale Soleimani, costituisce un sogno geopolitico dell'Iran mai tramonato. Per questo, andando oltre il territorio iracheno, è possibile ravvisare altri tasselli del mosaico filo Teheran e anti Usa presente in medio oriente. In Libano, com'è noto, operano le milizie degli Hezbollah.

Si tratta di un'organizzazione politica e paramilitare insediata nelle aree sciite del Paese dei cedri. Negli anni della guerra contro l'Isis molti combattenti di Hezbollah sono confluiti nella vicina Siria. E ancora oggi, all'interno del territorio siriano, sono presenti basi di riferimento sia per gli stessi miliziani libanesi che per l'Iran. Non è un caso se Israele, con la tacita approvazione dell'aviazione militare russa che di fatto detiene il controllo dello spazio aereo siriano, spesso colpisce e bombarda infrastrutture militari tra Damasco e Aleppo.

Hezbollah sotto il profilo ideologico condanna l'esistenza dello Stato di Israele, sostenendone quindi la distruzione. Oggi il gruppo minaccia di intervenire nel conflitto con Hamas, mettendo pressione lungo i confini settentrionali israeliani. E ovviamente, a proposito di Hamas e delle sigle terroristiche palestinesi, la longa manus dell'Iran in medio oriente comprende la vicinanza politica ed economica di Teheran proprio ad Hamas e alla Jihad Islamica palestinese. Il tutto nonostante le fazioni in questione siano sunnite.

Infine, occorre anche annoverare la presenza degli Houti nello Yemen. Si tratta dei miliziani filo sciiti e filo iraniani che controllano la capitale San'a dal 2014. Fino all'accordo tra Riad e Teheran nei mesi scorsi, gli Houti sono stati impegnati in una guerra scatenata nel marzo del 2015 da una coalizione a guida saudita.

Anche se non hanno mai espresso posizioni marcatamente anti Usa, il gruppo è possibile annoverarlo tra le forze pro iraniane del medio oriente.

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