Terrorismo

"Il rombo dell'auto, gli spari, il mio amico a terra". L'orrore di Tel Aviv: così è morto Alessandro Parini

Gli amici del giovane ucciso nell'attentato di ieri non si danno pace, mentre a Roma la famiglia ricorda il carattere umile e riservato della vittima

"Il rombo dell'auto, gli spari, il mio amico a terra". L'orrore di Tel Aviv: così è morto Alessandro Parini

Kaufmann Street è una delle vie più frequentate di Tel Aviv, specialmente nelle ore serali. Viene indicata come il lungomare principale della città israeliana. É qui che è stato ucciso Alessandro Parini, la vittima dell'attentato di venerdì sera. Da una parte della strada c'è Charles Clore Park, un'area verde che introduce direttamente verso alcune delle spiagge più frequentate, dall'altra parte ci sono invece i grattacieli della zona commerciale. In uno di questi, è ospitata anche l'ambasciata italiana.

Alessandro Parini era un avvocato di 35 anni di Roma. Si trovava in compagnia di alcuni amici quando un'auto ha lasciato il traffico di Kaufmann Street dirigendosi a tutta velocità verso la zona pedonale. Una scena che ha ricordato molto gli attentati di Nizza e di Barcellona del 2016. Il giovane italiano è stato travolto e ucciso. Gli amici che erano con lui oggi ricordano con disperazione quanto visto.

Le testimonianze degli amici

Nelle scorse ore l'Ansa ha riportato la diretta testimonianza di chi era con Alessandro Parini nei minuti immediatemente precedenti l'attentato. La comitiva era arrivata a Tel Aviv da poco. La vittima, assieme ai suoi amici, condivideva la passione per i viaggi in medio oriente. La città israeliana ha quindi rappresentato una meta ambita. Nonostante le tensioni dei giorni scorsi dovute alle proteste contro la legge sulla giustizia di Netanyahu e nonostante gli scontri in Cisgiordania, il gruppo di turisti italiani non ha voluto perdersi l'atmosfera di Tel Aviv durante le festività della Pasqua ebraica.

Il destino però, per il giovane avvocato romano, ha giocato un brutto scherzo. "Abbiamo sentito il rumore dell'auto che ci passava accanto, poi gli spari e ci siamo dispersi - ha dichiarato all'Ansa uno degli amici della vittima - Quando siamo tornati indietro abbiamo visto Alessandro steso in terra nel sangue".

Il giovane è stato raggiunto dai soccorsi, ma non c'è stato nulla da fare. Nel frattempo, la polizia ha isolato la zona anche perché l'attentatore, dopo aver falciato alcuni pedoni nel lungomare, ha provato a sparare sulla folla. Gli agenti hanno dichiarato di averlo neutralizzato subito dopo. Scene di panico quindi, poi dopo la constatazione di quanto accaduto ad Alessandro Parini è subentrata la disperazione.

"Eravamo appena arrivati in città - si legge ancora nel racconto degli amici - stavamo andando a raggiungere l'altra metà della comitiva in un ristorante di Giaffa". Ancora qualche minuto di passeggiata e il giovane italiano, assieme alla comitiva, avrebbe raggiunto la meta della serata: un locale situato nel cuore del quartiere più antico e caratteristico della città, lì dove le immagini del mare e dei moderni grattacieli lasciano spazio alle atmosfere più tipicamente mediorientali. L'azione di un terrorista ha trasformato però un venerdì di vacanza in una tragedia.

Lo sgomento per la morte del giovane

Gli amici a breve verranno imbarcati con un volo dell'ambasciata italiana per il rientro in Italia, a Roma intanto si piange per quanto accaduto ad Alessandro Parini. Lo fanno in primo luogo i genitori. Raggiunti dai giornalisti nella loro casa di Monteverde, non lontano dalla capitale, hanno parlato del figlio come di un uomo umile e riservato.

"La semplicità, la riservatezza, e la modestia erano i suoi segni distintivi - si legge in una loro dichiarazione - Dove è arrivato e i traguardi da lui ottenuti non li conosceva nessuno, solo lo studio per cui lavorava. Alessandro era fatto così". Il suo curriculum parla di una carriera come avvocato in grande ascesa e in tanti lo ricordano come una persona innamorata del proprio mestiere. Al pari di come amava viaggiare in medio oriente. Una passione quest'ultima che lo aveva portato a Tel Aviv.

Nel corso della mattinata i genitori hanno raggiunto anche l'abitazione dove il figlio risiedeva nella capitale. Comprensibilmente, la coppia non ha voluto rilasciare dichiarazioni. "Siamo i genitori. Non ce la facciamo proprio a parlare", hanno detto ai cronisti presenti. A prevalere è lo strazio per quanto accaduto improvvisamente nella vita di Alessandro Parini e degli affetti più cari.

Aperta un'inchiesta a Roma

Intanto si lavora anche nel palazzo della procura capitolina. Qui i magistrati hanno aperto un fascicolo per indagare sull'attentato che a Tel Aviv ha portato alla morte di Parini. Ad operare sono i pubblici ministeri del gruppo antiterrorismo della procura di Roma, coordinati dall'aggiunto Michele Prestipino. I magistrati hanno ricevuto le prime informative da parte dei Carabinieri del Ros e della Digos.

Si indaga per omicidio, attentato con finalità di terrorismo e lesioni.

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