Cronaca locale

La terza volta di Faletti, un giallo tra i Navajos

Lo scrittore: «Si svolge ai tempi dei pionieri. Ma è sempre un thriller»

Igor Principe

L’esordio è stato un caso editoriale, e un successo. La prova successiva, solo un successo. Per la terza basti pensare che già da qualche mese Dino De Laurentiis ne ha acquistato i diritti per farne un film. E il libro esce domani.
La nuova vita di Giorgio Faletti - quella di scrittore, cominciata quattro anni fa con il big bang di Io uccido - prosegue tranquilla sull'autostrada delle vendite a sei zeri, dove una delle regole che ne dirigono il traffico prevede che la vigilia della pubblicazione sia avvolta in un riserbo più impenetrabile di un segreto di Stato. Regola rispettata anche nel caso di Fuori da un evidente destino (Baldini Castoldi Dalai editore).
A lasciar trapelare qualcosa della trama ci ha pensato lo stesso Faletti, in un’intervista con il critico Piero Gelli trasmessa in internet sul sito Rossoalice. «Si svolge in Arizona - ha detto lo scrittore -. Ne sono coinvolti quattro personaggi, per i quali ho tratto spunto dalla storia dell’immigrazione americana dell’800».
Dopo la Montecarlo di Io uccido e il binomio Roma-New York di Niente di vero tranne gli occhi, Faletti si sposta nei territori della Nuova Frontiera, teatro degli spostamenti di qualche milione di persone a bordo di infinite carovane. «Tra quei pionieri era diffusa una convinzione: le cose accadono for a manifest destiny, cioè per un evidente destino - ha poi aggiunto l’autore -. Ma come tutti sanno, ci fu chi da quell’evidenza è rimasto fuori: i nativi americani. Tra i protagonisti del romanzo ci sono gli indiani Navajos, ai quali il romanzo è dedicato».
Come i precedenti, il libro è intonato sulle corde del thriller e ha un’ambientazione internazionale. «Per Io uccido ho scelto Montecarlo perché nella sua storia non c’è mai stato un serial killer. E poi, ma è un giudizio personale, non me lo vedo un assassino di nome Luigi a mietere vittime a Nocera Inferiore».
Nel corso dell’intervista, su un computer piovevano le domande di chi era collegato in chat line. Poche quelle sul nuovo libro (che sarà presentato ufficialmente domani alle 20.30 alla Mondadori di via Marghera), moltissimi invece gli interventi che gli ricordavano di Vito Catozzo, la guardia giurata che Faletti interpretava a Drive-in. A chi gli ha chiesto se la fama di comico lo abbia aiutato a diventare scrittore, ha raccontato: «Quando ho proposto Io uccido a un editore mi è stato consigliato di scriverne uno comico, che in quel modo avrei potuto raggiungere le 50-60 mila copie. Il libro ne ha vendute 3 milioni e mezzo. Ogni tanto mi chiedo cosa pensi quell’editore». E a proposito di vendite da capogiro, qualcuno gli ha chiesto se si sente il Dan Brown italiano. «No - ha concluso - ma voglio dire una cosa: se Brown vende 40 milioni di copie in tutto il mondo, c’ha ragione lui».

Un po’ di ragione, allora, ce l’ha anche Faletti.

Commenti