«Terzo Valico, ora Burlando sfidi il governo»

Sul treno veloce e sulle altre opere ferroviarie bisogna sbloccare i finanziamenti e accelerare le procedure

«Terzo Valico, ora Burlando sfidi il governo»

(...) approvato il tracciato, avviata da Bersani nel dicembre 2000, si è chiusa nel 2002 con Biasotti al Governo della Regione e che i «suoi» (quindi non del senatore Grillo?) fori pilota siano stati fermati dal verde Ronchi ministro nel Governo di centrosinistra cancellando ben due ipotesi di tracciato.
Ma tant’è la politica ha scarsa memoria. Allora, considerato il tono delle risposte del presidente Burlando, è bene fare chiarezza su alcuni punti. Egli afferma che la Legge Obiettivo approvata nel 2001 ha previsto interventi per 174 miliardi di euro e ne ha finanziati «solo 60 miliardi» (che per i meno esperti in matematica vuol dire oltre 116mila miliardi di lire). Burlando dovrebbe sapere che si trattava di una legge programmatoria, che non aveva l’ambizione di finanziare tutte le opere in cinque anni, ma in almeno due legislature. Legge voluta fortemente dal Governo Berlusconi, che ha comunque il merito di aver riportato al centro del dibattito politico nazionale la necessità infrastrutturale del Paese, ferma dallo sciagurato 1992 quando, a causa di tangentopoli, gli interventi sui lavori pubblici e per i 10 anni a seguire si sono ridotti al lumicino ponendo l’Italia all’ultimo posto in Europa.
Mi chiedo e vi chiedo chi in questo, paese, prima del 2001, aveva riportato l’attenzione su questo importante problema? Burlando afferma sempre che la San Lorenzo-Andora è stata finanziata del Governo Prodi, di cui lui era ministro dei Trasporti nel ’96/’97. Sicuramente lui è stato un buon ministro dei Trasporti, a lui si devono molti interventi per il settore del trasporto pubblico e della nautica, delle metropolitane (anche se il trasporto ferroviario, certo non per suo demerito, in quel periodo ha vissuto il più alto livello di incidenti fino a ingenerare squallide e ingenerose leggende metropolitane). Ha ragione a ricordarlo. Ma è anche giusto ricordare che l’intervento era finanziato «per competenza» e non «per cassa», perché a quella data non esisteva il progetto definitivo e quei fondi sono stati trasferiti nella Legge Obiettivo e resi disponibili per cassa, cioè trasferiti alla tesoreria di Rfi, solo nel 2004, dopo l’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipe. Solo dopo, come ben ricorderà, è stato avviato l’iter per la gara europea e per la stesura del progetto esecutivo che ha portato all’apertura dei cantieri nel marzo 2005.
Anche la tratta Andora-Finale era stata finanziata dal Cipe «per competenza» sulla tabella D della Finanziaria 2005, con oltre 1540 milioni di euro. Poi però è stata definaziata in ragione della mancanza del progetto definitivo, (il preliminare è stato approvato solo nel giugno 2005), peraltro non ancora disponibile a causa dei tagli sulla manovra 2006 in virtù delle necessità e degli impegni assunti per il riordino dei conti pubblici con la Ue, che taglia i trasferimenti a Ferrovie e Anas. Oggi siamo in attesa del progetto definitivo e il successivo espletamento del complesso iter approvativo (che richiederà almeno un anno) e solo poi si potrà riparlare di finanziamenti.
Per il Nodo ferroviario di Genova è lo stesso discorso. Il Cipe ha approvato il progetto definitivo la scorsa estate e l’opera gode di un finanziamento per competenza di oltre 630 milioni di euro. Si attivi dunque Burlando per far sì che quei fondi vengano trasferiti per cassa alle Ferrovie, e chieda al nuovo vertice di accelerare al massimo le procedure. Ha ragione, infatti, quando afferma che sarebbe felice di mettere non una ma 27 firme se riuscisse a sbloccare queste opere anche perché, da uomo politico esperto e navigato, si rende conto che non sarà un’impresa facile, come non lo era negli ultimi cinque anni.
Per il Terzo Valico il discorso è diverso. Quello che emerge è che sembra mancare quella volontà politica di avviare l’opera ricercando anche nuove forme di finanziamento. Partire nel 2008 vuol dire arrivare non prima del 2015/2016. Allora non sarebbe utile prendere seriamente in considerazione l’unica nuova idea scaturita recentemente, quella dell’europarlamentare Marta Vincenzi, di avviare subito per fasi l'opera, idea che peraltro Burlando definisce ottima nell’intervista, (che conserveremo gelosamente a futura memoria). Ne parli al tavolo Governo-Regioni sulle Infrastrutture, lei che sicuramente di tutti i Governatori ha la più ampia esperienza in materia e convinca l’attuale management delle Ferrovie, che in passato, per la verità, si è sempre dimostrato freddo se non contrario a questa importante realizzazione.

Le ambizioni del sistema portuale ligure di divenire la vera porta dell’Europa del Sud non può aspettare la risoluzione degli equilibrismi del Governo Prodi che, per sopravvivere, dovrà mediare quotidianamente tra le aspettative di una sinistra massimalista che nulla vuol fare e un centro moderato che vede nella realizzazione delle infrastrutture il futuro del Paese. Si è dato, presidente, un compito non facile. Di cuore: in bocca al Lupo.
* Esperto di logistica

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