Il Tesoro apre ai tagli: «Sulle perdite aziendali l’Irap è una stortura»

RomaRisorse per il comparto sicurezza e Banca del Mezzogiorno al Senato; taglio Irap per quanto riguarda la tassazione delle perdite e cedolare secca del 20% su alcuni affitti alla Camera. Questa la tabella di marcia ipotizzata nel vertice fra Giulio Tremonti e i capigruppo della maggioranza a palazzo Madama. «Stiamo valutando lo scorporo delle perdite di esercizio dall’imponibile Irap», ha confermato il ministro durante il successivo ufficio di presidenza del Pdl. Ha anche detto che la situazione economica per l’Italia non è preoccupante, per la prima volta non siamo fanalino di coda, ma la crisi internazionale non è ancora risolta: da qui la necessità di mantenere rigore sui conti.
Nell’incontro del Senato, Tremonti ha fornito alcuni dati sull’andamento dello scudo fiscale: le operazioni di rimpatrio dei capitali vanno bene, e nell’80% dei casi si tratta di rientri effettivi e non di semplici regolarizzazioni. Il ministro si aspetta un gettito di 3-4 miliardi di euro, che corrispondono a 60-80 miliardi di capitali «scudati» con aliquota al 5%.
Il gettito dello scudo è atteso dalla maggioranza per poter inserire emendamenti in Finanziaria, ma sarà necessario aspettare metà dicembre per conoscerne l’ammontare. Ecco perché gli emendamenti di spesa più corposi, taglio Irap e cedolare secca sugli affitti, dovrebbero giungere a Montecitorio. Tuttavia, riferiscono Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, presidente e vice dei senatori Pdl, «qualche segnale arriverà anche al Senato».
Tremonti, nel corso del vertice di maggioranza, non ha abbandonato il tradizionale atteggiamento di cautela. Comunque, sono emerse indicazioni su come il ministro intende intervenire sull’Irap, e cioè scorporando le perdite di esercizio dalla base imponibile dell’imposta. «La tassazione delle perdite è una stortura da rivedere - conferma in aula il viceministro Giuseppe Vegas - ma restano dubbi su una riduzione cospicua delle tasse nel momento attuale». Possibile anche qualche intervento a favore dei soggetti più deboli, piccole e medie imprese. Quanto alla tassazione degli affitti, si pensa a un intervento graduale. La cedolare secca del 20% potrebbe essere applicata ai soli contratti a canone calmierato, con un onere di circa 200 milioni di euro, per essere estesa in un secondo momento. Si potrebbe anche prevedere un’aliquota iniziale più elevata (il 23%), che scenderebbe poi al 20%. Tremonti ritiene ingiusta una misura a esclusivo favore dei proprietari, così ipotizza anche qualche sgravio per gli inquilini.
Al Senato, il governo potrebbe accettare un aumento delle risorse per il comparto sicurezza, che era stato chiesto dal ministro dell’Interno Roberto Maroni. Qualche risorsa aggiuntiva andrebbe all’università. Inoltre, verrebbe inserita in Finanziaria la Banca del Mezzogiorno con l’aliquota agevolata del 5% sulle obbligazioni di scopo emesse dal nuovo istituto. Questi i «segnali» di apertura di Tremonti nei confronti della maggioranza a palazzo Madama, anche se non mancano altre proposte parlamentari, come l’apertura di otto nuovi Casinò, o come la proroga al giugno 2010 dello scudo fiscale solo per quanto riguarda immobili e azioni.


«Le entrate dello scudo sono un elemento importante - commenta Mario Baldassarri, presidente della commissione Finanze del Senato - ma rappresentano un introito una tantum che dovrà finanziare infrastrutture, sicurezza e ricerca. I sostegni a famiglie e imprese si devono fare tagliando la spesa pubblica». Vegas riconosce che è «indispensabile» ridurre la spesa, ma ricorda che in passato non si è mai riusciti a farlo, e «occorre essere cauti».

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