Roma - Il Tesoro prevede per l’anno in corso una contrazione dell’occupazione che si ridurrebbe dell’1%. Nell’aggiornamento del Patto di Stabilità il tasso di disoccupazione mostrerebbe così un aumento per il secondo anno consecutivo, attestandosi all’8,2%. Si segnala inoltre che il costo del lavoro risulterebbe in sensibile decelerazione rispetto al 2008 per effetto della moderazione salariale.
Slitta il pareggio "Viene confermato l’impegno al raggiungimento dell’obiettivo di pareggio di bilancio anche se il raggiungimento di questo obiettivo si sposta sull’asse del tempo, per effetto della crisi straordinaria sopravvenuta dopo l’assunzione del relativo impegno da parte del Paese". Nell’aggiornamento al Programma di stabilità italiano, il Tesoro fa sapere che "indipendentemente dalla correzione per il ciclo, in termini di saldo nominale, nonostante l’aggravarsi della crisi economica e il conseguente peggioramento delle condizioni di finanza pubblica - èscritto - l’indebitamento netto rimane al di sotto del limite del 3,0% del pil nel 2008, eccede questo limite nel 2009 arrivando al 3,7%, ma riprende una tendenza alla diminuzione nel biennio 2010-2011".
Deficit sopra il 4% Se l’economia italiana dovesse rallentare nel 2009 più del -2% stimato attualmente dal governo, il deficit potrebbe schizzare oltre il 4%. Invece, se la contrazione del pil dovesse essere "solo" di 1,5% il deficit si attesterebbe comunque al 3,5%, poco lontano del 3,7% previsto. L’analisi dei tecnici di via XX Settembre serve a prevedere l’eventuale impatto sui conti di una maggiore o minore crescita di mezzo punto rispetto alle stime "centrate". In pratica rispetto al -2% del pil del 2009, che comporterebbe un deficit del 3,7%, una maggiore contrazione della crescita, pari a -2,5%, porterebbe l’indebitamento netto a quota 4,1%. Al contrario, un calo più contenuto, -1,5%, consentirebbe di accelerare la riduzione del deficit, ma solo di 2 decimi di punto.
Nel 2008 il crollo dei consumi Nel 2008, il pil "è atteso ridursi dello 0,6 per cento". I consumi delle famiglie, già in difficoltà nel primo semestre, mostrerebbero una riduzione (-0,5 per cento). "A seguito del calo della fiducia e dell’indebolimento della fase congiunturale, gli investimenti in macchinari mostrerebbero una contrazione del 2,5 per cento. - scrive il Tesoro - La crisi avrà ripercussioni sul mercato immobiliare, nonostante i riflessi siano stati finora inferiori rispetto ad altri paesi europei. Gli investimenti in costruzioni si ridurrebbero dell’1,1 per cento. Dal lato dell’offerta, nel terzo trimestre la produzione del settore si è ridotta per il secondo trimestre consecutivo (-1,6 per cento rispetto al periodo precedente). La domanda di mutui da parte delle famiglie ha continuato a calare nel novembre scorso rispetto allo stesso mese del 2007".
Ripresa a fine 2009 "Gli effetti della crisi si protrarranno per gran parte del 2009: solo verso la fine dell’anno potrebbe secondo gli osservatori economici registrarsi una modesta ripresa", afferma il Tesoro spiegando che "nel 2009 il pil mostrerebbe un’ulteriore riduzione pari al 2 per cento". "Le componenti della domanda aggregata che risentirebbero maggiormente della crisi sarebbero in primo luogo gli investimenti, segnatamente quelli in macchinari, e le esportazioni, per effetto della recessione nei paesi più avanzati. I consumi delle famiglie risulterebbero ancora in contrazione in media d’anno".
Il debito scenderà nel 2011 Sale nel 2009 il rapporto debito/pil: secondo le previsioni del Tesoro, contenute nell’aggiornamento de4l Patto di Stabilità, si attesterà al 110,5% dal 105,9% del 2008. Il debito crescerà anche l’anno prossimo (112%) ed è visto in calo nel 2011, quando si dovrebbe attestare al 111,6%. "Il rapporto (debito/pil) - spiega il Tesoro - è previsto salire più significativamente nel 2009 soprattutto per effetto della crescita economica negativa attesa per il medesimo anno. A partire dal 2011 il rapporto torna a ridursi per attestarsi al 111,6 per cento. L’effetto congiunto di un quadro macroeconomico decisamente più debole e di una dinamica dei saldi di finanza pubblica meno favorevole, conducono ad un profilo del rapporto debito/pil su livelli più elevati, sebbene nell’ultimo anno si manifesti un’inversione di tendenza".
Il nodo delle pensioni L’Italia rimane uno dei paesi con il tasso di invecchiamento più elevato, ma "nonostante questo, l’insieme delle spese legate all’invecchiamento della popolazione presenta una dinamica evolutiva tra le più contenuti dell’Unione Europea, grazie alle riforme implementate negli ultimi 10-15 anni".
Nel Programma di Stabilità dell’Italia nel capitolo dedicato all’analisi dei conti di Sanità, Pensioni e Assistenza agli anzian, il ministero dell’Economia evidenzia che "il consolidamento fiscale previsto nel presente aggiornamento al 2011 risulta sufficiente ad assicurare finanze pubbliche sostenibili nel lungo periodo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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