nostro inviato a Prato
Dante Mondanelli, che pure ha un nome impegnativo, sarebbe un cardiologo di fama ma intanto eccolo che sale sul palco e si produce in spassose imitazioni dei protagonisti della campagna elettorale: sarà lui, questo Fiorello senza capelli, lassessore alla Sanità. Giorgio Panariello invece resterà fuori dalla giunta. Roberto Cenni lo voleva alla Cultura, ma il comico si è limitato a dare qualche suggerimento: come di aprire «la stanza delle intelligenze», un laboratorio di idee, o di distribuire i «cantucci» estivi, che non sono solo i biscotti ma anche dei mini-spettacoli da tenere negli angoli del centro storico. Chissà, magari pure Carlo Conti, laltro amico storico del sindaco, fornirà qualche consiglio.
«E sì, noi si è proprio una bella banda - commenta Cenni - , quando ci si vede tutti insieme è come nel film Amici miei. Ma in realtà adesso avrò ben poco tempo per divertirmi. Qui c'è da lavorare sul serio». La crisi del settore tessile, la sicurezza, limmigrazione clandestina, questi i problemi che il Berlusconi di Prato, luomo che ha interrotto 63 anni di dominio della sinistra, ora dovrà affrontare. Qualche cifra, tanto per capire. Duecentomila abitanti, ventimila cinesi, cinquemila dei quali irregolari: lo chiamano il «distretto parallelo», cè ma non si vede, produce ma non paga le tasse, i rifiuti e nemmeno i contributi. «Per le casse pubbliche - spiega il deputato del Pdl Riccardo Mazzoni, coordinatore provinciale - significa un mancato introito di un miliardi di euro lanno». Lindustria tessile «italiana», in due anni, ha registrato un calo del 12 per cento e ha perso duemila posti di lavoro. Le aziende che hanno chiuso sono 440. Si salvano solo i marchi e le griffe. Le ditte cinesi più di 500 ma solo una si è iscritta allassociazione dei commercianti. E cinese è diventata persino la secolare festa del cocomero del 15 agosto, quando i pratesi vanno (andavano) in processione con la Madonna del duomo.
Crisi, crisi profonda. Con un paradosso: adesso addirittura sono i cinesi a dare qualche lavoro in nero agli italiani. In questo quadro la rabbia dei cittadini è ovviamente e progressivamente montata senza che lamministrazione uscente abbia dato segno di accorgersene. Anzi, a far traboccare il vaso è stata la legge regionale sullimmigrazione voluta dal presidente della Toscana, Claudio Martini, per dieci anni sindaco di Prato. La norma, approvata il primo giugno scorso, prevede assistenza sanitaria e aiuti ai clandestini.
Politicamente, è stato come buttare benzina sul fuoco. Immigrazione, crisi economica nazionale e concorrenza interna cinese sono stati il mix che in cinque anni ha fatto perdere al centrosinistra un vantaggio di 25 punti percentuali. Solo 12 mesi fa alle politiche il Pd da solo aveva raccolto oltre il 47 per cento. Ma che laria fosse cambiata il centrosinistra lo aveva comunque capito, almeno dopo la grande manifestazione di marzo, «Prato non deve morire», a cui avevano partecipato anche i sindacati. E così, caso unico da queste parti, aveva deciso di non ripresentare sindaco e presidente della Provincia per il secondo mandato. E per Martini, una dura sconfitta in casa. «Sono cambiati tutti i punti di riferimento - commenta il giorno dopo il governatore - dobbiamo fare una grossa riflessione».
Roberto Cenni, 56 anni, tre figli, imprenditore, patron del marchio Sasch, sponsor di miss Italia, titolare di un gruppo con quattromila dipendenti in tutto il mondo, Cina compresa. Apolitico, trasversale, alla mano, sorridente ma dai modi spicci, il nuovo sindaco è presidente della fondazione della Cassa di Risparmio. «Mi sono dimesso. Lazienda? Mi sono organizzato, andrà avanti lo stesso senza di me, non avrò un ruolo operativo. Ora devo darmi da fare per la città».
Luomo giusto al momento giusto, si direbbe, un Guazzaloca pratese capace di pescare voti anche a sinistra, nei quartieri Nord e Centro. Eppure il Pdl ci ha messo parecchio per convincerlo. Una corte serrata di tre mesi, alla fine lui ha accettato a condizione che «i partiti che mi sostengono facessero non uno ma quattro passi indietro». Ha voluto mani libere, ora giura che le userà. Primo obbiettivo, far «emergere il sommerso».
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