Il testimone Se Burlando è meglio dei suoi fan

di Massimiliano Lussana

Come avevo annunciato, l’altra sera ho aderito volentierissimo all’invito di Claudio Burlando a partecipare a un incontro sull’astensionismo alle elezioni. Tema bipartisan per definizione che abbiamo affrontato nel point del presidente uscente della Liguria insieme allo stesso Burlando, al segretario regionale del Pd Lorenzo Basso, al farmacista del Cep di Pra e candidato della lista civica del governatore Carlo Besana e a Wanda Valli, la Wandissima de La Repubblica-Il lavoro.
E, come mi aspettavo, confrontarsi è sempre un piacere. Soprattutto quando si condivide poco, come capita con Burlando e Basso, o quasi nulla, come nel caso delle idee di Besana. Però, proprio perché sono persone civili e proprio perché credo che i monologhi non facciano crescere per nulla e ci si arricchisca solo con i dialoghi e con il confronto, ci sono andato con piacere e ne sono uscito anche soddisfatto, perché sono riuscito a dire la mia. Anche quando non era la loro.
La disamina di Burlando sul rischio astensionismo e sulle variabili che possono influenzare l’affluenza del 28 e 29 marzo, in particolare, è stata perfetta.

Così come sono stati molto interessanti alcuni degli interventi del pubblico: ad esempio, quello di un signore di Cornigliano, «da sempre di sinistra, proveniente di una famiglia di sinistra» che ha raccontato le difficoltà delle sue figlie e dei suoi generi, di famiglie con doppi stipendi da 1500 euro ciascuno, che però fanno fatica a metter su casa. Anzi, proprio non ci riescono.
Oppure, il racconto di un’impiegata del Comune, «con la tessera del partito da sempre», abitante al Lagaccio, (...)

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