Un invito ai peruviani di Milano ad abbandonare la violenza, le regole delle band, l’abuso di alcool. E un invito a rendere più semplici gli iter burocratici per il ricongiungimento delle famiglie di stranieri. Sono questi i temi principali che il cardinale Dionigi Tettamanzi ha affrontato durante l’omelia pronunciata ieri in Duomo, parlando in spagnolo, di fronte a circa 10mila fedeli peruviani. Una riunione organizzata dalla confraternita «Senor de los Milagros».
«Sembra mancare una seria volontà di offrire i giusti mezzi per ricostituire l’unità familiare - ha osservato il cardinale Tettamanzi parlando dei ricongiungimenti familiari e degli intoppi amministrativi che li rallentano -. Eppure la via dell’integrazione passa necessariamente dalle famiglie riunite e solide». Più in generale, Tettamanzi ha puntato l’attenzione su una grave carenza organizzativa: «Non vedo programmi veramente seri e concreti di sostegno e di aiuto alle famiglie - ha detto l’arcivescovo -, a tutte le famiglie, alle famiglie più bisognose. Non vedo, in questo tempo di crisi, percorsi che facilitino inserimenti nel lavoro e che offrano abitazioni degne per le famiglie».
Il cardinale ha poi esortato i fedeli peruviani a rifiutare ogni forma di violenza e superare gli stili di vita sbagliati, come l’abuso di fumo, di alcool e il consumo e lo spaccio di droghe, «retaggio pesante della vita del migrante» ma che non fanno parte della vita del vero cristiano. Il riferimento indiretto è alle band latine che spesso, in periferia, sono protagoniste di episodi di violenza, di aggressioni e risse con la band rivali. Le parole di Tettamanzi sono dirette anche ai gruppi di peruviani che spesso invadono i parchi cittadini fino a tardi e che bivaccano tra musica a tutto volume e alcol senza preoccuparsi della quiete del quartiere in cui vivono. «Il rifiuto di ogni violenza deve essere per il cristiano una scelta precisa e radicale», ha affermato Tettamanzi. «Solo comportandoci bene - ha concluso - potremo chiedere quei diritti sacrosanti che una visione ancora miope del fenomeno migratorio sembra continuamente negare». Il messaggio, secondo il vicesindaco Riccardo De Corato, «è perfettamente in linea con la posizione del Comune che ha sempre sostenuto fortemente il percorso di accoglienza nella legalità. E che mi auguro giunga alle orecchie della sinistra buonista milanese, che sventola sempre e comunque la bandiera dell’integrazione a tutti i costi».
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