È un mondo «appesantito e sconvolto dai suoi drammi, dalle sue sofferenze e privato del bene della giustizia e della pace» quello a cui rivolge il suo pensiero il cardinale Dionigi Tettamanzi durante la celebrazione della domenica delle Palme.
Opportunità per riflettere, dice larcivescovo, sulla pace che nasce dal perdono. Pace che è «frutto della regalità damore di Cristo» che ha donato tutto se stesso, pace «del cuore riconciliato di Dio, che è termine della misericordia del Padre che perdona e che si pone come principio e forza di una pace che è riconciliazione tra le genti, tra i popoli». «Come non pregare, allora - aggiunge Tettamanzi -, perché Cristo Signore, converta le menti e i cuori degli uomini, sostenga gli sforzi di tanti per onorare la verità e per instaurare la giustizia, infonda la saggezza della riconciliazione e il coraggio del perdono affinché larco di guerra sia spezzato e si possa godere tutti della pace».
Obiettivo raggiungibile con limpegno di tutti: contributo «perché a vincere non sia il male, ma il bene, non lodio ma lamore, non la vendetta ma il perdono».