Tetto d’amianto forato nella rimessa Amiu: un esposto in Procura

Sono in tanti, adesso, i lavoratori dell’Amiu che quando entrano nella rimessa di via Merano si guardano istintivamente sopra la testa. Perché il pericolo potrebbe essere proprio in quel soffitto un po’ bucato, un po’ «affumicato» per un incendio divampato nel 1996, ma soprattutto fatto d’amianto. Adesso per valutare eventuali responsabilità dell’azienda i sindacalisti dell’Ugl hanno presentato un esposto alla Procura. Vogliono vederci chiaro. Perché il problema si trascina da anni. «Già nel 2000 il responsabile della sicurezza e prevenzione dell’Amiu dopo un sopralluogo nella rimessa aveva ricordato che l’amianto è pericoloso se abraso o forato - spiega Lino Basile, dirigente sindacale Ugl che ha firmato l’esposto alla magistratura - e il tetto di cui stiamo parlando è bucato da tempo e rilascia fibre di amianto». Nella rimessa «incriminata» avvengono le riparazioni dei mezzi e c’è parecchio personale che a turno vi lavora. Da una parte c’è il lavaggio dei mezzi e dall’altra, vicino al deposito camion già riparati, c’è proprio l’officina dove si lavora ritmo serrato.
«Il tetto del capannone deve essere sostituito perché, anche nella parte centrale che è “controsoffittata” ci sono fuoriuscite continue di polveri quando c’è vento e anche di liquame quando piove», continua Basile, che ha corredato l’esposto con eloquenti fotografie che i magistrati dovranno visionare. «E poi c’è il caso dei due colleghi in pensione che sono morti per tumore al polmone e che lavoravano proprio qui - continua Basile - anche questa circostanza ci fa pensare... Potrebbe essere una coincidenza, ma i rischi dell’esposizione all’amianto sono ben noti. Vorremo dunque che l’azienda facesse qualcosa anche perché l’amianto va eliminato per legge, non è certo una nostra bizzarra richiesta». Il dubbio che vi sia reale pericolo per le persone che sostano nel capannone ormai si è insinuato tra i dipendenti. Così i sindacalisti dell’Ugl chiedono uno screening medico per i lavoratori che frequentano la rimessa. «Lo screening potrebbe evidenziare in maniera precoce eventuali inizi di qualsivoglia malattia riconducibile all’amianto» continua il dirigente sindacala che lamenta la disattenzione al problema da parte dell’azienda.

«Di fronte abbiamo un capannone identico al nostro occupato dalla Coop, dove però il soffitto è stato messo in sicurezza e l’amianto è stato incapsulato», conclude Basile, chiedendosi come mai la stessa precauzione non sia stata assunta da Amiu.

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