Li chiamano i Vatican thriller, romanzi di fantareligione. I loro autori sono gli emuli di Dan Brown, speranzosi di vendere almeno un decimo delle sue copie. Talvolta presentano i loro polpettoni come romanzi-verità, cioè informazioni vere (da comprovare, carte alla mano, in un prossimo futuro) miste a una buona dose di finzione. Il filo rosso che li unisce? Lassoluta mancanza di fantasia. Non si spiegherebbe altrimenti: in meno di sei mesi sono approdati sugli scaffali delle librerie italiane ben tre romanzi nei quali un Papa viene assassinato o comunque manipolato dalla solita Curia oscura e oscurantista per evitare che siano rivelati segreti soprannaturali o programmi di radicale cambiamento della dottrina cattolica.
È uscito nel 2005, dallEditore Nord, il romanzo di Berry Steve intitolato Il terzo segreto che, mischiando insieme le apparizioni di Fatima e i messaggi di Medjugorje narra di un Pontefice moderno, Clemente XV, deciso ad assegnare al suo fidatissimo segretario Colin Michener una missione speciale: consegnare un messaggio a padre Tibor, il traduttore del Terzo segreto. Cè - e come poteva mancare? - uneminenza grigia, anzi grigissima, rappresentata dal Segretario di Stato dAndrea, il quale fa ammazzare padre Tibor per evitare che venga a galla la verità. Volete sapere di che si tratta? Semplice. A Fatima e poi a Medjugorje, la Madonna non avrebbe invitato alla conversione, parlato dellinferno, e quisquilie simili. No, il contenuto del suo messaggio sarebbe stato lapertura ai matrimoni gay, allaborto e alle nozze dei preti. Un programmino niente male, buono per riunire sotto ununica bandiera da Vladimir Luxuria alle associazioni progressiste di «Noi siamo Chiesa».
È poi arrivato, un paio di mesi fa, un altro Vatican thriller, La morte del Papa, presentato dallautore - lo sceneggiatore portoghese Luís Miguel Rocha - e dalleditore italiano (Cavallo di ferro), come un romanzo verità sullomicidio di Giovanni Paolo I. Pur non contenendo significative novità rispetto alle note e già smentite illazioni di David Yallop (autore del best-seller Nel nome di Dio), il libro di Rocha è stato lanciato come la prima tappa di un percorso che dovrebbe portare, tra qualche mese, alla diffusione delle «prove» documentali sullomicidio del Pontefice veneto, già ben incamminato sulla via degli altari e recentemente celebrato su Raiuno da una fiction discussa ma di grande successo. In sostanza, lautore va affermando di essere stato «scelto» da una fonte misteriosa e ben inserita nei servizi segreti, che altri non sarebbe se non il killer che la notte del 28 settembre 1978 fu fatto penetrare in Vaticano per compiere lomicidio del secolo. Il documento chiave, di cui Rocha riporta alcuni brani (segnalati in corsivo) nel suo romanzo, è un presunto diario di Papa Luciani, che lautore assicura di possedere annunciando che lo renderà noto a tempo debito: intanto, lottima trovata pubblicitaria è servita per lanciare il suo mediocre testo, che ha verosimiglianza tendente a zero e dimostra lassoluta mancanza della seppur minima conoscenza del carattere e della personalità della «vittima».
Volete sapere che cosa scriveva Giovanni Paolo I nel suo diario? Qual era il suo programma di pontificato? Eccovi accontentati, grazie allineffabile Rocha: «Controllo artificiale delle nascite? La vita è allegria e un figlio è allegria solo se è desiderato. Perché trasformare in un fardello quello che è un dono divino? Interruzione volontaria della gravidanza? A che serve partorire un figlio indesiderato, se viene al mondo solo per soffrire? Relazioni omosessuali? Non giudicherai. Celibato dei preti? Gesù Cristo non ha amato una prostituta? Sacerdozio femminile? Siamo tutti uguali agli occhi del Signore».
Sì, lo immaginiamo, vi sono fischiate le orecchie. E qualcuno si domanderà se il Papa Luciani da fumetto descritto da Rocha abbia per caso parlato con la Madonna di Fatima o Medjugorje del romanzetto precedente, perché il programma è identico. Premonizioni soprannaturali o mancanza di fantasia? Certo è che Luciani non ha mai tenuto un diario, né palese né segreto, come confermano i suoi segretari e i suoi familiari. Così come sono note le sue posizioni sulle materie appena esposte: è vero che da vescovo di Vittorio Veneto, quando ancora la questione era in discussione, Luciani si mostrò aperto sulla possibilità di dichiarare lecita la pillola, ma presentarlo come favorevole alle unioni gay, al matrimonio dei preti e persino allaborto, è davvero una caricatura ridicola che non fa onore allintelligenza dellautore. Basterebbe leggere ciò che scriveva il cardinale Luciani sullaborto nel settembre 1977: «Quinto, non uccidere! Intima Dio. A tutti, ma in modo particolare alle madri, le quali meno che qualunque altro possono avere il cuore di accampare pretesti per disfarsi della loro creatura». Questo è lunico vero Luciani, quello che Rocha non conosce.
In attesa di valutare i documenti segretissimi dello sceneggiatore portoghese, distraiamoci con unaltra amena lettura. Esce in questi giorni, infatti, un nuovo romanzo ambientato in Vaticano che parla... dellassassinio di un Papa. Lidea originale è venuta a Carlo Musso, ricercatore di fisica cosmica al Cnr, autore di Sede Vacante (Fratelli Frilli Editori), una spy story ambientata Oltretevere, dove il Papa Pacifico I, in una notte destate del 2010, viene ucciso nel suo studio. Chissà perché, vi starete chiedendo. Forse aveva dei programmi audaci da portare a compimento e la Curia ha pensato di farlo fuori? Avete indovinato. Se volete sapere quali erano i punti programmatici dellenciclica di Pacifico I rimasta nel cassetto, eccoli: avrebbe aperto la strada ai matrimoni gay, alla ricerca sulle cellule staminali, alleutanasia, al sacerdozio alle donne. Che fantasia, che novità! Peccato che la lettura dei libri precedenti abbia ormai rovinato ogni possibile suspense.
Meglio lasciar perdere i polpettoni vaticani, e tornare al filone dei cavalieri di Gerusalemme, con il «grande thriller» di Michael Byrnes, fresco di stampa e di traduzione, Il Vangelo dei Templari (Newton Compton Editori).
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