Tiburtina: tutto fermo

I lavori per il raddoppio dovevano partire a gennaio. Contestato anche il progetto

Tiburtina: tutto fermo

Tiburtina, a che punto è il raddoppio? La foto a fianco è la risposta più eloquente. A zero. Un piccolo scavo transennato in arancione all’altezza di Settecamini. È tutto quello che di concreto hanno portato dieci anni di chiacchiere. Il Comune, dopo infiniti rinvii, prevedeva per gennaio 2008 l’avvio dei cantieri. Parola di Giancarlo D’Alessandro: «I cantieri partono entro un mese, un mese e mezzo». Era il 20 dicembre del 2007. Di mesi ne sono passati due. Ma di escavatrici e ruspe anche stavolta neppure l’ombra. Quel che è peggio, i comitati di quartiere contestano il progetto e accusano: «Il raddoppio? Se va bene, se ne parlerà fra 10 anni». Costo circa 100 milioni, durata dei lavori 36 mesi, il piano del Comune, delibera 533/2005, prevede «due corsie per senso di marcia per il traffico privato, corridoio centrale per il trasporto pubblico e sistemazione delle strade collaterali» nel tratto fra il km 9,300 e il km 15,800 della Tiburtina. Cinque chilometri e mezzo, da Rebibbia a via Marco Simone (Setteville), al confine con il comune di Guidonia, dove si attesterebbe il futuro nodo di scambio. Nel progetto «il sottovia di via Rubellia (Settecamini) dove è prevista una rotatoria superiore con una corsia per il traffico locale e una per i bus, mentre l’asse passante, a 4 corsie, passerà sotto», e 9 km di anelli di viabilità interni. «Una volta realizzate le vie collaterali, i lavori per il raddoppio dovrebbero essere meno traumatici per il traffico, poiché i veicoli potranno usare sia una corsia della Tiburtina sia la strada collaterale» si legge in delibera. I lavori dovrebbero durare 36 mesi. Nel 2011, quindi, stop alle code bibliche. È la fine dell’incubo? Purtroppo non è così. La realtà è diametralmente opposta. I sondaggi archeologici devono ancora essere completati. Attualmente sono fermi. La relazione sugli scavi, una volta ultimati, andrà data alla Soprintendenza ai beni archeologici, che dovrà esaminarla e dare il nulla osta definitivo. Alcuni scavi sono a cura di privati. Impossibile prevedere i tempi, ma a occhio occorrerà un anno. A quel punto si potrà mettere mano al progetto esecutivo. E solo dopo aprire i cantieri. Altri 6 mesi? Un anno? Ma intanto a sparare a zero sul progetto sono proprio i residenti. Ben tre i punti che renderanno ostica la Tiburtina del futuro. Tre imbuti micidiali. «Sono il sottopasso di Settecamini, la strettoia dei due casali al km 13,800 e il fornice del Raccordo - spiega Paolo Cartasso, portavoce del coordinamento dei comitati di quartiere per la viabilità Tiburtina e presidente del comitato Case Rosse -. Lì si andrà a passo di lumaca.

A far andare ancor più a singhiozzo la circolazione contribuiranno poi ben 14 incroci semaforizzati». Ma allora, a che serve il raddoppio? «Il progetto è sbagliato - dice Cartasso -. Lo abbiamo detto al Comune. Io faccio parte dell’Osservatorio sulla mobilità a nome dei residenti, ma non ci hanno mai dato retta».

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