Tienanmen Scende il gelo tra Pechino e Washington

Segna alta tensione il barometro delle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Cina. Colpa dell’invito lanciato dal segretario di Stato americano Hillary Clinton al vertice cinese a fare chiarezza una volta per tutte sul massacro di piazza Tienanmen. La Clinton aveva esortato Pechino a «interrogarsi apertamente anche sugli aspetti più oscuri della propria storia, fornendo un resoconto di quanti vennero uccisi, arrestati e dispersi». Un appello pesante perché proveniente dal capo della diplomazia Usa ma anche per il giorno scelto per trasmetterlo: il ventesimo anniversario della protesta studentesca soffocata nel sangue. Il regime ha subito risposto attraverso il portavoce del ministro degli Esteri, Qin Gang, esprimendo una «forte insoddisfazione per le accuse infondate» e invitando gli Stati Uniti «a mettere da parte i pregiudizi politici e a correggere i suoi errori in modo da evitare di danneggiare le relazioni bilaterali».

Intanto, nella notte tra mercoledì e giovedì, migliaia di persone - 150mila secondo gli organizzatori - si riversavano al Victoria Park di Hong Kong per una veglia funebre in ricordo delle vittime del massacro. Moltissimi i giovani presenti che indossavano una maglietta nera con la scritta «4 giugno, cambiare il verdetto, dire la verità».

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