Bingo! Tiger Woods, ancora e sempre lui, ha vinto l’Accenture World Golf Championship, primo dei tre «campionati mondiali individuali» creati una decina di anni fa per mettere a confronto i migliori giocatori del mondo. L’Accenture, giocatosi sul percorso del Gallery a Marana, nei pressi di Tucson, in Arizona, vedeva in campo i 64 migliori giocatori del ranking mondiale affrontarsi in incontri a eliminazione diretta divisi in quattro gironi. Testa di serie numero uno, ovviamente, lui, «il fenomeno», che questo torneo lo aveva tra l’altro già vinto due volte, ma fosse stato anche l’ultimo degli aspiranti al titolo non ce ne sarebbe stato per nessuno perché Tiger in questo momento - e chissà ancora per quanto - appare davvero imbattibile.
Tre tornei giocati in questa stagione - due negli States e uno sul circuito europeo - e tre vittorie conquistate. Sette successi nelle ultime otto apparizioni e l’unica volta che non ha vinto è arrivato... secondo. Sessantatré tornei vinti in carriera - solo sul Tour americano - e sorpasso nei confronti di un personaggio quale Arnold Palmer (62), a un torneo dai 64 vinti da Ben Hogan e con ormai solo Jack Nicklaus (73) e Sam Snead (82) da raggiungere per aggiungere un altro record ai tanti già conquistati. All’Accenture, a dirla tutta, è stato un «one man show» anche se in campo ci sono state partite di tutto rilievo. Tiger nel primo incontro - sempre forse il più difficile prima di entrare in piena carburazione - è sembrato soffrire contro uno spavaldo J.B. Holmes che aveva tre buche di vantaggio a 5 dal termine. Tre birdie e un eagle ed Holmes si è squagliato al sole del deserto dell’Arizona.
Il suo miglior match Tiger lo ha sostenuto al terzo turno contro il giovane australiano Aaron Baddeley che, pur riacciuffato nel finale, lo ha costretto allo spareggio; ha avuto l’occasione di batterlo alla prima buca di playoff, senza però saperla sfruttare e «zac», alla venti è arrivato il decimo birdie di giornata che ha portato Tiger in semifinale. Stenson, il giovane e fortissimo svedese detentore del titolo, ha avuto la sfortuna di trovarsi dalla stessa parte del tabellone con il fenomeno, ha cercato di tirar fuori il meglio di sé, cosa sempre difficile quando di fronte c’è Tiger. Ha giocato bene, senza grandissimi exploit, ha perso all’ultima buca, ma Tiger è sempre stato nel pieno controllo del match. Finale contro il connazionale Stewart Cink, uno dei più forti giocatori di match-play sul mercato. Il trentacinquenne americano è partito con le migliori delle intenzioni, ma già dopo le prime 18 buche (finale su 36) ne aveva 4 di ritardo ed altre 4 ne accumulava sulle prime 9 della ripresa pomeridiana.
Alla 29ª buca (la 11) tutto era già finito, e Tiger si portava a casa il milione e 350mila dollari della prima moneta, ma soprattutto l’ovazione che consacra i trionfatori in assoluto. Quarantasette birdie e due eagle in 107 buche giocate al Gallery la dicono lunga sul gap che esiste attualmente tra il numero uno al mondo e gli altri campioni in campo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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