Tutta l'Italia è in tilt ma nessuno sa il perché. Le ragioni sono conosciute da pochi e il disagio grava sulle spalle di molti, quasi tutti. Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl, Orsa, Faisa-Cisal e Fast hanno spiegato - in un incontro con i giornalisti -, le ragioni della vertenza: da un lato il contratto è scaduto a dicembre 2007 e non si è ancora definito il contratto unico della mobilità, che servirebbe a regolamentare il mercato; dall’altro, su uno stanziamento pubblico di 7 miliardi (cinque per i contratti di servizio con le Regioni e due per quelli con Trenitalia) i tagli di 823,3 milioni (dagli iniziali 1.675,3 poi reintegrati con 850 milioni) potrebbero ulteriormente assottigliarsi se le Regioni, dal Lazio in giù in particolare, ne dirottassero parte ad altri settori deficitari, come la sanità.
Inoltre, hanno riferito i sindacati, le associazioni delle aziende ritengono che mancheranno ulteriori 200 milioni dal gettito delle accise sul carburante. Comunque, è stato sottolineato dai sindacati, non ci sarebbero effetti sull’occupazione nè sul servizio. Ma non tutti la pensano allo stesso modo e le critiche sono tante. Una protesta "fuori misura", ha attaccato Marcello Panettoni, presidente di Asstra, l’associazione che rappresenta il 95% del trasporto pubblico locale e il 75% di quello extraurbano e regionale che "fa muovere 15 milioni di persone al giorno". L’associazione (anche a nome della più piccola Anav) accusa i sindacati di "non comprendere la reale situazione del settore", e la politica "che non decide se mantenere in piedi il trasporto pubblico locale".
I segretari generali di Fit-Cisl, Filt-Cgil e Uiltrasporti hanno così scritto al presidente della Conferenza Stato Regioni Vasco Errani chiedendo un incontro urgente, lamentando che le aziende negano il rinnovo del contratto perchè incolpano le Regioni di non aver versato i fondi provenienti dalle accise e costringendo decine di migliaia di lavoratori a scioperare e milioni di italiani a subire disagi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.