Un orco inquietante che canta «Una furtiva lacrima». Una misteriosa e misogina guida alpina. Un immaginario Che Guevara. Lettore di brani di Alberto Savinio. Ben quattro sono i ruoli interpretati da Filippo Timi, primatista di presenza nelle varie sezioni della Mostra. È lui il «prezzemolino» di questa edizione. Oggi sarà il suo giorno di massima esposizione mediatica, attore protagonista di Quando è la notte di Cristina Comencini, secondo film italiano in concorso, ambientato nelle impervie valli del Monte Rosa dove Timi è lombrosa guida che nasconde un segreto e fa perdutamente innamorare Claudia Pandolfi. Molto più respingente è la figura del pedofilo interpretato in Ruggine di Daniele Gaglianone, presentato nelle «Giornate degli autori». Del resto, con un volto così, i ruoli sono ben definiti. Ma quelli sono tutti suoi o quasi. Forse si spiega anche così la sua presenza tanto ribadita, ma un tantino di nicchia.
Assai più eclettiche sono invece le parti di Kate Winslet, seconda classificata nel borsino dei prezzemolini. La diva premio Oscar per The Reader è venuta alla Mostra con tre ruoli. Per Carnage di Polanski è una madre benpensante, parte con la quale potrebbe ambire a un premio corale insieme con gli altri tre partner, protagonisti quanto lei. Fuori concorso invece si è presentata con la paziente dottoressa che assiste i primi malati del Contagion di Soderbergh e con la madre protagonista di Mildred Pierce nella serie tv diretta da Todd Haynes. Il tutto concentrato in soli tre giorni, una full immersion di cui lei stessa si è detta soddisfatta: «Sono una madre, quindi avere tutte le interviste concentrate in tre giorni mi permette di tornare subito a casa».
Si scende a due ruoli con Evan Rachel Wood, stagista al centro dellintrigo di Le Idi di marzo di Gorge Clooney e insopportabile figlia di Kate Winslet in Mildred Pierce.
Due ruoli, uno più impegnativo dellaltro però entrambi in concorso, per Michael Fassbender: dottor Jung nel film di Cronenberg A Dangerous Method e erotomane alla deriva in Shame di Steve McQueen. «Sì, è vero: il primo è un personaggio storico, il secondo di fantasia», ha osservato lui. «Ma per preparare la parte si deve sempre studiare un copione.
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