Lo abbiamo già scritto: questEcopass non ci convince, avremmo preferito (anche questo già detto) la chiusura del centro, che una sua razionalità ce lha dal punto di vista ambientale. Ma ormai siamo alla sperimentazione e conviene attenderne lesito. Con lintesa, si capisce, che, se fallisce, la decisione va rivista. Con altrettanta franchezza, però, una cosa va detta: questo tiro a segno contro lassessore che, insieme col sindaco, sè assunto la responsabilità dellEcopass, sa di troppo facile demagogia. Soprattutto non sta bene che, per contrarietà strumentale e con poco stile, lo facciano rappresentanti della maggioranza. Saremo i primi a fare pollice verso se la prova sarà negativa, ma, signori, un po di discrezione e soprattutto serietà.
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Tra i «fan» dellEcopass cè il manifesto, giornale un po rivoluzionario ma anche intelligente. Uno dei suoi fondatori, Luigi Pintor, chera dotato di un non comune humour, ha lasciato scritto in un suo libro, Servabo: «Le rivoluzioni riescono quando le propongono quelli che non centrano niente».
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Contraria è la signora Inge Feltrinelli, che in una intervista alla Stampa di Torino mette sotto accusa i ricchi, i quali - dice - «non pagheranno nemmeno un euro perché vanno in giro con lautista e hanno tutti auto nuove». Qui un po di verità cè, ma anche tanto snobismo. Attenta, signora, come diceva il nostro amico Pontiggia, «a volte lo snobismo scade nel comico».
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