Tempi duri per le società di telecomunicazioni. Dopo Telecom, che ha in programma circa 4mila licenziamenti oltre ai 5mila già concordati con i sindacati, anche la filiale italiana della britannica British Telecom ha annunciato una riduzione di organico di 320 dipendenti sui 1.400 attualmente impiegati. «Liniziativa - ha spiegato Bt Italia - si inserisce nellampio processo di ristrutturazione, presentato lo scorso 14 maggio a Londra dal gruppo, e volto a consentire alla multinazionale inglese un recupero di efficienza e competitività». In pratica Bt intende ridurre gli organici di 10mila unità nel mondo su una forza lavoro che è pari a 147mila dipendenti di cui 42mila indiretti. «La ristrutturazione - ha spiegato un portavoce dellazienda - avverrà nellambito di alcuni progetti globali di outsourcing dove verranno esternalizzate alcune funzioni». Ma per quanto riguarda lItalia i tagli sono dovuti anche al fatto che Bt è cresciuta anche tramite alcune acquisizioni come Atlanet e I.Net. «Abbiamo acquisito vere e proprie aziende - ha spiegato ancora la società - senza mai fare nessun licenziamento. Per questo è venuto il momento di razionalizzare». Tra i sindacati e Bt Italia il tavolo di contrattazione è appena stato aperto. Mentre a Telecom le rappresentanze dei lavoratori hanno già risposto di essere pronte a fare una serie di scioperi, il primo sarà proprio domani, se lazienda non ritirerà i circa 400 licenziamenti già previsti per i call center che si occupano dei servizi di informazione telefonica.
Il braccio di ferro tra azienda e sindacati è dunque solo allinizio e per il momento la mediazione del ministro del Welfare Maurizio Sacconi non ha dato gli esiti sperati. Nel senso che lo sciopero di domani è stato confermato.
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