In Brasile ha salutato per lultima volta Schumi pilota, quindi il volo verso lItalia, Milano Malpensa, sbarco allalba e di corsa verso Maranello. Con lui il direttore sportivo della Rossa, Stefano Domenicali. Questa la vigilia di monsieur Jean Todt prima che il consiglio damministrazione Ferrari, riunitosi ieri a Torino, lo nominasse amministratore delegato della Rossa. Quando sabato Michael Schumacher (cè già chi vuole fare un film sulla sua vita, ndr) arriverà a Monza per i Ferrari days e per lultima festa organizzata dal popolo rosso vestito per lui, il suo «capo» in pista in tanti anni di corse sarà ancora più capo, ma con ogni probabilità non potrà più seguire la F1 in pista. Si delinea così la Ferrari del futuro che il presidente Montezemolo aveva annunciato a Monza: «Ci saranno nomi nuovi, sempre nel segno della stabilità dinamica», aveva detto.
Per questo, sembra sempre più probabile che, in pista, a caricarsi sulle spalle la pesante eredità del piccolo Napoleone francese, saranno due manager di fiducia: Stefano Domenicali, attuale direttore sportivo e Mario Almondo, capo del personale e responsabile organizzativo. Domenicali, figura di spicco della Ferrari F1 di questi anni, è ormai da tempo un punto di riferimento dellintera squadra, grande conoscitore di regolamenti e fine diplomatico, è stimato e rispettato dentro e fuori la squadra; è luomo a cui Valentino Rossi ha dedicato il pensiero più bello: «Sarei venuto in Ferrari solo per lamicizia che ho con Stefano». Domenicali dovrebbe occuparsi dellintera attività in pista, Almondo, ingegnere 42enne, del controllo dellarea produttiva legata alle corse. Gli altri cambiamenti in arrivo riguardano la direzione tecnica.
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