I siti di gossip raccontano che a togliere il sonno al presidente francese Nicolas Sarkozy ci sarebbero unamante, la sottosegretaria Chantal Jouanno, e le voci di una relazione tra la moglie Carla Bruni e il cantante Benjamin Biolay.
A 24 ore dalle elezioni regionali, scrivono invece i siti di politica, a togliere il sonno a monsieur le président ci sono anche i sondaggi che danno unampia vittoria ai socialisti guidati dalla signora Martine Aubry. Le proiezioni anticipano più di un successo, pronosticano un cappotto: 22 regioni su 22 in Francia metropolitana. Un «grande slam», auspica il leader dei socialisti Aubry, usando un termine tennistico. «I suoi pronostici sono imprudenti e arroganti», risponde Xavier Bertrand, segretario generale dellUmp, il partito di maggioranza. Eppure i numeri dicono che il 52% delle preferenze andrà alle liste socialiste contro un magro 28% alla destra. E Martine Aubry, nata Delors, figlia darte della politica che si è fatta le ossa nel partito, «si prepara ai giorni felici», scrive il quotidiano Le Figaro. Un successo, infatti, può rafforzare il suo movimento uscito indebolito dalle presidenziali del 2007 e provato da frizioni interne.
Si vota domani e il 21 marzo al secondo turno. La destra di Sarkozy arriva senza energie a questo scrutinio, ultimo appuntamento elettorale prima della sfida per lEliseo del 2012: la crisi economica ha lasciato il segno; la disoccupazione è al 10% per la prima volta in dieci anni; la popolarità del presidente è ai minimi dalla sua nomina nel 2007. Soltanto il 36% dei francesi è soddisfatto di lui, tanto che Sarkò ha preferito mandare in prima linea nella campagna regionale il suo primo ministro, il pacato François Fillon, che invece vola alto nei sondaggi. Ma una vittoria socialista alle regionali, dicono gli analisti, non significa necessariamente un successo a livello nazionale. Così la pensa anche il presidente che alla vigilia del voto gioca in difesa: «Lo scrutinio è regionale, le conseguenze saranno regionali», rivela nelle anticipazioni di unintervista pubblicata oggi dal Figaro. Sarkozy annuncia anche che, al contrario di quanto fece il predecessore Jacques Chirac dopo linsuccesso alle regionali del 2004, non ci sarà un rimpasto di governo.
Eppure, un trionfo dei socialisti alle regionali, elezioni dove tradizionalmente in Francia la sinistra ha la meglio, può avere anche un impatto nazionale. «Il risultato della destra sarà pessimo anche perché ci sarà unalta astensione del suo elettorato (secondo i sondaggi gli astenuti saranno il 47%, ndr) - spiega al Giornale Jean-Pierre Darnis, ricercatore dellIstituto Affari Internazionali -. Se i socialisti restano a 20 regioni, per lUmp sarà un successo. La vittoria rosa dimostra il riflusso dellonda del sarkozismo, ma non significa unonda lunga socialista. È un segno di debolezza della destra».
«Non importa cosa dirà Sarkozy dopo il voto, si tratta comunque di un insuccesso», spiega al Giornale John Vinocur, editorialista dellInternational Herald Tribune a Parigi. Da lunedì, prima ancora del secondo turno, dice, si aprirà la campagna per le presidenziali. «Ora emergono nuovi volti cui prestare attenzione». La leader socialista Aubry, tecnocrate in gonna, lanti Ségolène Royal, candidata presidente nel 2007; il capo del Fondo monetario internazionale, il compagno di partito Dominique Strauss-Kahn, che nel mezzo della crisi finanziaria e della questione greca acquista punti agli occhi dei francesi (per Le Point piace al 57% dei cittadini), e che, con lo sguardo alle presidenziali, per la prima volta pochi giorni fa ha detto dessere disposto a terminare il suo mandato in anticipo.
Pregustando un successo, i socialisti guardano alle primarie del 2011 e alla sfida del 2012. La signora Aubry, scrive il Monde, «affronterà le scadenze interne in una posizione di forza». «Le regionali legittimeranno di più lopposizione e apriranno la sfida - dice Vinocur -. Il risultato non interessa ad Aubry: emerge comunque dal voto come un politico serio cui prestare attenzione nei prossimi mesi».
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