Toh, ora la sinistra si è accorta che la Polverini è donna di destra

DIETROFRONT Il Pd si illudeva che fosse anti-berlusconiana Ora scopre che è anti-abortista ed è sostenuta pure da Storace

RomaFino a giovedì scorso era quasi una «compagna» da difendere dalla «ferocia dei giornali berlusconiani». L’Unità sembrava persino ne auspicasse la vittoria perché in caso di sconfitta - scriveva Concita De Gregorio - «vince a livello nazionale il fronte berlusconiano». Oggi è una candidata di estrema destra, omertosa, dai compagni di strada impresentabili e dalle simpatie clericali. Il Pd e la sinistra, in sostanza, si sono accorti che Renata Polverini è una candidata del centrodestra e le riservano il trattamento previsto in questi casi.
L’apripista è stato il quotidiano Europa, che ha pubblicato un servizio sul «Potere secondo Polverini»; un sistema creato in tre anni gonfiando - spiega il giornale ex Margherita - le iscrizioni al sindacato Ugl. Ieri l’Unità ha rincarato la dose facendo le pulci alla «dubbia galassia Polverini». Carlo Fazzone è nel comitato elettorale della candidata Pdl, «il senatore che ha impedito lo scioglimento del Comune di Fondi per mafia». Accusa alla quale la Polverini ha risposto facendo notare che il comitato elettorale «è espressione di tutti i partiti», scontendando il Pd che, per bocca di Giampiero Cioffredi, membro della direzione romana, l’ha accusata di avere un atteggiamento «omertoso».
«Le cattive compagnie della candidata Polverini stanno venendo fuori. Dopo la Destra di Storace arriva anche il pessimo mondo di Fondi», diceva il senatore Vincenzo Vita. «Con buona pace di chi continua a dipingere Polverini come una personalità super partes, è ormai evidente che la sua candidatura alla guida del Lazio è frutto di patti politici dai risvolti inquietanti», aggiungeva un altro senatore democratico, Raffaele Ranucci.
La novità è la candidatura ormai quasi certa di Emma Bonino per il centrosinistra. E l’altro fronte che, secondo la sinistra, ha fatto uscire Polverini dal circolo del politicamente corretto, non poteva che essere uno di quelli classici dei radicali: l’aborto. Polverini ha sostenuto le ultime decisioni del governo sulla pillola del giorno dopo, la Ru 486. «Credo che sia un vero e proprio aborto e quindi c’è bisogno di un’assistenza sanitaria nell’interesse della salute delle donne», ha spiegato, suscitando sorpresa nel Pd. A partire da quella di una delle donne di punta del partito nel Lazio, Giulia Rodano, secondo la quale «Polverini non riesce ad essere altro che la copertura delle più tradizionali e classiche politiche del centrodestra». Critiche anche quando la sindacalista prende posizioni «di sinistra». Ieri ha chiesto di rivedere le scelte sulle nuove centrali nucleari. E la sua uscita, un no ad una eventuale centrale a Montalto di Castro, è diventata la dimostrazione di quanto il centrodestra sia diviso.
In realtà, gli esponenti del Pd sembrano contenti per la mancata invasione di campo di Polverini. Il terrore che qualcuno nel centrosinistra punti al «tanto peggio» e usi il voto disgiunto per destabilizzare i vertici nazionali del partito è forte. Quindi la candidata che «dice qualcosa di destra» e - dal punto di vista del Pd - fa qualcosa di immorale, è arrivata al momento giusto.

«Altro che candidatura novità quella di Renata Polverini! Tra l’uscita sul nucleare, le dichiarazioni sulla Ru 486 e l’imbarazzata giustificazione della presenza del senatore Fazzone nel suo comitato elettorale, si può ben dire che questa è una giornata nera per lei», spiegava Alessio D’Amato del Pd laziale. Quasi sollevato.

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