da Roma
È un effetto annuncio più che il segnale di un cambiamento. Ma i dati sulla sicurezza in Italia confermano un calo senza precedenti (-10 per cento) negli ultimi anni dei reati legati alla criminalità cittadina. Furti, rapine, violenze sessuali: nel primo semestre del 2008 si trova spesso un segno meno accanto ai dati statistici, quelli almeno delle città campione Milano, Roma e Napoli prese in esame dal Sole 24 Ore.
Nella capitale la variazione è più netta: le rapine nel primo semestre del 2007 erano state 2.299, mentre nei primi sei mesi di quest’anno si sono fermate a 1.842. Gli scippi a Roma si sono praticamente dimezzati: 598 da gennaio a giugno, contro i 1.164 dello stesso periodo dell’anno precedente. E sono in grande flessione i furti nelle abitazioni: quasi 700 in meno rispetto alla prima metà del 2007. Anche le violenze sessuali, quelle denunciate almeno, passano da 115 a 96. Ci sono stati 2mila furti in meno di auto. Non c’è reato, insomma, che non abbia fatto registrare una diminuzione di percentuale.
I furti «con strappo» a Napoli sono diminuiti addirittura del 31% nei primi sei mesi, le rapine del 23,1%, mentre i furti in generale fanno segnare comunque un -10%.
A Milano invece la differenza rispetto al 2007 è minore: le rapine addirittura salgono leggermente (da 2.852 a 2.863), non ci sono differenze per quanto riguarda reati di spaccio e sfruttamento della prostituzione. A scendere sono i furti, ma non quelli nelle abitazioni (7.284 nel primo semestre 2007, 7.316 nel 2008).
Dal controllo dei dati (non omogenei come si nota nelle diverse città) l'inizio della flessione sembra partire con la sigla dei primi Patti per la sicurezza, avviati dal precedente governo di centrosinistra. Ma il consolidamento della tendenza, una discesa più decisa, è evidente nel 2008.
Il piano sicurezza del nuovo governo è però ancora incompleto, a parere del sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, e ha bisogno di altri mesi per ottenere risultati stabili: quando, cioè, scatterà «la piena operatività dei decreti legislativi inviati alla Commissione Europea - commenta al Giornale - e quando sarà approvato il ddl che in questo momento è all’esame del Senato». È il disegno di legge che prevede l’introduzione del reato d’immigrazione clandestina, a cui bisognerà affiancare nuovi accordi di riammissione con alcuni Paesi, «soprattutto con la Libia». «Stiamo ancora analizzando» il pacchetto italiano, ha fatto sapere proprio ieri invece da Bruxelles la portavoce comunitaria, Katharina Schnuerbein. Dal Parlamento e dalla Ue si attendono risposte per avviare a pieno regime un cambio di passo contro la criminalità.
«Quando il pacchetto sicurezza si sarà completato e ci sarà anche una maggiore collaborazione con le polizie locali - a parere di Mantovano - allora si potrà fare un punto più significativo». Quello che si può vedere ora è certamente un primo effetto di deterrenza: come l’inizio «del censimento nei campi rom, che ha fatto allontanare i delinquenti per timore di essere identificati». L’appuntamento per un bilancio serio, secondo Mantovano, è però «per il 31 dicembre».
Un bilancio che comprenderà anche il lavoro dei 3mila militari schierati nelle città: in nove giorni di attività, fa sapere il Viminale, hanno portato a termine «circa 2.500 interventi, con 45 riaccompagnamenti per identificazione, 28 arresti e 9 sequestri di sostanze stupefacenti». Ma per l’esame vero dei numeri bisognerà attendere la fine dell’anno.
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