È una città a parte. Una Trans-Poli. Il regno dei viados. Prima via Gradoli. Poi via Due Ponti, dove è morta Brenda. Ma è solo la punta delliceberg. «La grave vicenda non è un fulmine a ciel sereno» denuncia Giorgio Mori, presidente della Commissione politiche sociali del XX Municipio: «Lo squallido episodio di cui si era reso protagonista lex Presidente della Regione ha sollevato il sipario, ma lo spettacolo è noto da anni». La zona è il quadrilatero via Pirzio Biroli, via Raffaele Stasi, Via Bruno Bruni, Via Due Ponti. Ai margini del quartiere Tomba di Nerone. «Le nostre amministrazioni, comunale e municipale, debbono chiedere con forza alla ASL nuove verifiche su molti edifici - prosegue Mori -. Troppi immobili privi di abitabilità sono infatti, da tempo, divenuti luogo di esercizio della prostituzione transessuale. Un fatto intollerabile, se si tiene conto che spesso diventano focolai di attività illecite come sfruttamento di prostituzione e spaccio di droga, che debbono essere assolutamente stroncate». Occorrono ordinanze di sgombero e attuare le ordinanze rimaste finora stranamente inattuate, insiste Mori. Come quella relativa a un immobile di via Bruno Bruni, del 2004, «che da allora giace come carta straccia nei cassetti degli organi di controllo» ricorda il presidente della commissione politiche sociali.
In via Pirzio Biroli si esercita «il mestiere» senza problemi, alla luce del sole. E la via a luci rosse, ricordiamo, dove il trans Brenda dieci giorni fa venne aggredito dalla banda di romeni. La strada si arrampica verso un piazzale. Qui vengono clienti da tutte le parti di Roma, giorno e notte. Attorno spuntano come funghi monolocali e pied-a-terre di 15 mq. Per i viados tutto in un fazzoletto: casa e bottega. I residenti, vittime da anni dellinvasione e soprattutto del malaffare dei traffici, si sono organizzati da un paio danni in Comitato «Pirzio Biroli contro il degrado». Nel 2007 hanno chiesto alle autorità la verifica dei certificati di abitabilità, di quelli sanitari Asl, della posizione fiscale dei proprietari e degli inquilini, del certificato di prevenzione incendi. Senza risultato. Tutto inutile. Decine di segnalazioni sul blog testimoniano però lesasperazione dei cittadini. Sul sito locale www.vignaclarablog.it una signora scrive: «Porto tutti i giorni mio figlio di tre anni in una piccola scuola. Ogni giorno dobbiamo farci strada tra transessuali e travestiti a volte anche ubriachi. Sono 40 anni che abito a Tomba di Nerone, ed è un peccato lasciare che diventi una borgata o peggio il quartiere degli immigrati senza permesso e senza lavoro
». Gli adescamenti avvengono fin sui portoni di casa. Sul sito è apparso un mese fa un nuovo appello del Comitato di via Biroli: «Si chiede al Comune e al Municipio XX di installare un impianto di videosorveglianza a largo Sperlonga, e al Prefetto di promuovere un incontro fra le parti interessate al fine di risolvere il problema delinquenza e prostituzione a largo Sperlonga, che si estende di notte anche a via Sinisi, alla fermata degli autobus e in mezzo alla strada».
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