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Toni resta e Ibrahimovic va all’asta

Roberto Bonizzi

Tre minuti. Il tempo di una sigaretta aspirata con nervosismo. Di un aperitivo scolato d’un fiato. Ci ha messo poco Diego Della Valle a convincere Luca Toni. Dopo dichiarazioni bellicose («voglio la A e la Champions»), sparate («lasciatemi andare all’Inter») e tentativi vari («l’interesse di Moratti mi lusinga, il -19 mi spaventa») è bastato guardarsi negli occhi. «Ho fatto una chiacchierata con il presidente e mi è bastata - racconta il bomber -. Ora ho voglia di giocare e di cercare di centrare con la Fiorentina una grande impresa. Sono convinto di restare e grazie ai compagni ho tanta voglia di ricominciare». Al suo fianco il patron e il ds, Pantaleo Corvino. Proprio Della Valle annuncia: «Luca ha capito che è indispensabile per il nostro progetto, il suo è stato un bel gesto: in cinque minuti abbiamo chiarito tutto senza parlare di soldi. Non capita spesso che un giocatore metta l’attaccamento alla maglia prima del contratto». Tra Firenze e il bomber è di nuovo amore.
Guarda al portafogli, invece, Giovanni Cobolli Gigli, presidente della Juventus. A chi gli chiede quale sarà la prossima destinazione di Ibrahimovic, risponde: «Lo avrà chi ce lo paga meglio». Prosegue il derby tra Inter e Milan con i nerazzurri che cercano di chiudere al più presto e i rossoneri che invece vorrebbero temporeggiare ancora qualche giorno (l’acquisto dipende dal risultato dei preliminari). Entrambi i club dimostrano di avere un’alternativa: l’Inter Trezeguet, una prima punta perso Toni, il Milan guarda a Ronaldo.
La Juve non resta a guardare. Ha offerto 10 milioni per Iaquinta, uno più del presidente del Torino Cairo.

Il Palermo concentra i suoi sforzi su Lucarelli (che Spinelli non vuol cedere) e Amauri (ma dovrà aspettare il risultato dei preliminari del Chievo).

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