Marcello Di Dio
È luomo copertina del calcio italiano. Anzi, chiamiamolo pure la risposta di Marcello Lippi al brasiliano Ronaldinho. Con il quale amerebbe giocare al fianco, come ha ammesso in più di unoccasione. Luca Toni è il desiderio nemmeno nascosto del Barcellona, pronto ad offrirgli (notizia di fine 2005 smentita dai diretti interessati) 3 milioni e 200mila euro a stagione. In Spagna si sono innamorati di Toni grazie anche alle sue prodezze con la maglia azzurra, lultima il gol allOlanda sotto gli occhi di Van Basten, da sempre il suo idolo. Ed è bastato definirlo proprio il Van Basten della provincia perché in terra catalana mettessero gli occhi su di lui. «Luca, quello che somiglia a Marco», titolava a settembre El Pais dedicando al centravanti italiano unintera pagina.
Al momento è il tesoro della Fiorentina e dei Della Valle, che lo hanno legato a loro con un contratto quadriennale e ne hanno fatto licona del loro progetto ambizioso. Ed è anche la speranza del ct azzurro per il Mondiale, dopo aver messo un po in ombra Gilardino e aver dato una decisa «spallata» a Vieri. «Ma è stata la tripletta di Minsk contro la Bielorussia ad assicurarmi una maglia azzurra da titolare, nemmeno il gol nellesordio di Palermo mi era bastato», ha ammesso Toni in unintervista di fine anno alla Rai. Nella quale ha già prefigurato il suo Mondiale tedesco ideale: «Intanto penso ad andarci, poi una volta lì sarebbe bellissimo segnare il gol decisivo nella finale e magari poter mostrare al mondo intero il mio solito gesto di esultanza». Ovvero la mano che ruota vicino allorecchio, che lattaccante viola mostra dopo ogni sua rete, gesto del quale ha chiesto anche il copyright, visto che qualche avversario lo ha «imitato» (vedi Cannavaro al termine di Fiorentina-Juventus del 4 dicembre scorso).
Dopo il sorteggio di Lipsia, Luca Toni disse che il girone dellItalia «è il più difficile insieme con quello dellArgentina», ma che gli azzurri «non devono avere paura, bensì fare di tutto per presentarsi al massimo della condizione». Con il compagno di squadra Ujfalusi, difensore della Repubblica Ceca, parla spesso della sfida diretta. «I cechi sono lavversario più forte del girone e con Ufo abbiamo già cominciato a scherzarci su. Ciò che conta in un mondiale è essere carichi ed aver voglia di far bene. Perché comunque, per andare avanti, bisogna vincere le partite. Le favorite? Dire Brasile è fin troppo facile, con tutti i campioni che può schierare. Penso alla Germania: è sempre stata una nazionale tosta che ha saputo raggiungere le fasi finali della competizione. Stavolta, giocando in casa, avrà uno stimolo in più per arrivare in fondo».
Il Mondiale dista ancora sei mesi, ma Luca Toni si appresta a vivere il 2006 sotto la luce dei riflettori. La consacrazione ad attaccante di razza è arrivata a suon di gol: 31 nellanno solare, di cui 16 nelle diciassette partite dellattuale campionato. Reti pesanti, che hanno contribuito allapprodo in Europa del Palermo (anche se molti tifosi rosanero sembrano averlo dimenticato dopo la partenza del bomber) e alla classifica da «vertigini» della Fiorentina, ma che gli hanno attribuito anche il titolo simbolico di capocannoniere dellanno appena trascorso. «In questanno più che la mia vita è cambiato quel che mi circonda, ho tante più cose da fare, ti fanno sentire più personaggio, ma so che fa parte del gioco - ha sottolineato ancora Toni -. Nemmeno nel mio sogno più segreto avrei potuto immaginare un 2005 così bello, un anno nel quale sono diventato un attaccante conosciuto e invidiato nel mondo. Sinceramente, non mi aspettavo che succedesse tutto così in fretta».
Come in fretta salgono le sue quotazioni: gli esperti di mercato dicono che il suo prezzo di acquisto, quei dieci milioni pagati dalla Fiorentina al club siciliano la scorsa estate, è già raddoppiato. E poco importa che lanno si sia chiuso con i due pali colpiti con la Juve e il rigore sbagliato con il Treviso («sono errori che ancora mi bruciano») o ancora che qualcuno lo definisca un cascatore.
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