Giacomo Legame
Il «partito del no» continua a tenere in ostaggio la Regione Lazio imponendo posizioni massimaliste anche a parte della maggioranza di centrosinistra. E, nel timore di una decisione positiva del Tar, «inventa» un escamotage per bloccare definitivamente i lavori di riconversione della Centrale Enel di Tor Valdaliga, con buona pace delle centinaia di lavoratori che perderanno il posto e dellemergenza energetica che interessa il Lazio.
A denunciare il «colpo di mano» dellassessorato allAmbiente di Marrazzo è il capogruppo della Lista Storace alla Pisana Fabio Desideri: «Con un provvedimento in zona Cesarini ha, di fatto, bypassato la decisione che prenderà il Tar giovedì prossimo, quando si dovrà pronunciare sulla sospensiva dei lavori inerenti la riconversione a carbone della centrale Enel di Torvaldaliga nord, a Civitavecchia». «Su proposta dellassessore allAmbiente e alla Cooperazione tra i popoli Angelo Bonelli - spiega Desideri - la Giunta ha infatti approvato una delibera con la quale viene superata la sospensiva dello scorso 10 febbraio riguardante i lavori delle banchine (le cosiddette opere a mare) e imposto il diniego allo scavo relativo alla realizzazione delle stesse. Una questione non proprio formale che trae spunto da presunte mancanze nellapplicazione della valutazione di impatto ambientale. Cosa accadrà ora? Che giovedì il Tar dovrà pronunciarsi su una sospensiva regionale (impugnata dall Enel e dalle ditte appaltatrici) che, di fatto, non esiste più. Ludienza sarà quindi inutile, in quanto è venuto meno loggetto giuridico sul quale sono impostati i ricorsi». «Si ritorna, per dirla tutta, al punto di partenza: lEnel - prosegue Desideri - dovrà inevitabilmente produrre una nuova istanza allautorità competente per vedere tutelato il diritto alla trasformazione a carbone di Tor Valdaliga. Allo stesso momento, con la nuova delibera regionale viene richiesta al ministero dellAmbiente una nuova procedura di impatto ambientale. In sintesi: la trasformazione a carbone della centrale viene procrastinata nel tempo». «Con questo provvedimento - sottolinea lesponente dellopposizione - dopo le differenziazioni espresse da Prodi, Marrazzo si toglie di impaccio e attribuisce le responsabilità politiche della scelta a Bonelli e quindi ai Verdi. Ma Bonelli è candidato al Parlamento, con molta probabilità sarà eletto e quindi dovrà lasciare il ruolo di assessore regionale allambiente. La conclusione diventa ovvia: la patata bollente di Tor Valdaliga resterà a raffreddarsi sulle scrivanie regionali fino al prossimo rimpasto di Giunta, che arriverà dopo il risultato delle elezioni politiche di domenica e delle amministrative di maggio».
Sulle negative conseguenze di questa decisione, rincara la dose il vicecapogruppo di Forza Italia Stefano De Lillo: «Il governo della Regione Lazio è divenuto per il centrosinistra il laboratorio di una nuova tattica del partito del no che alberga nel cuore del centrosinistra: decidere di non decidere. Menando il can per laia, il centrosinistra in campagna elettorale dà ai propri elettori limpressione di aver bloccato la trasformazione della centrale di Tor Valdaliga». «Anziché amministrare - continua De Lillo - il centrosinistra preferisce tenere tutti sulla corda, lEnel, i lavoratori, la gente, spargendo falsi timori su una tecnologia moderna e meno inquinante di altre che invece accetta.
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