Dicono che la Provincia di Torino deve tenere per forza, roccaforte rossa in un Nord sempre più azzurro. E invece la patria degli operai e di Piero Fassino promette di tradire il Pd. Pdl e Lega veleggiano su un 45 per cento, dice il vicecoordinatore del Pdl Agostino Ghiglia che «se non fosse per l’Udc che corre da solo avremmo vinto al primo turno». Per dire le mosse sbagliate: Antonio Saitta, il presidente uscente, per rafforzare la propria immagine sui manifesti non ha scelto un leader nazionale, ma Sergio Chiamparino. Proprio nel momento in cui il sindaco di Torino sbatteva fuori dalla giunta Rifondazione, con seguito di liti pubbliche che bene non hanno fatto alla campagna elettorale del centrosinistra.
Così, adesso c’è la sfidante Claudia Porchietto, imprenditrice ed ex presidente delle piccole e medie imprese, che può dire: «Si respira un’aria molto positiva, anche nei quartieri più “difficili”». E persino la Lega, che qui avrebbe voluto candidare la «sua» Elena Maccanti, si dice soddisfatta, con il presidente dei deputati Roberto Cota a gongolare: «Anche gli operai sono con noi, ce la possiamo fare».Torino, il fortino di Fassino pronto a "tradire"
E' rimasta una delle poche roccaforti rosse in un Nord sempre più azzurro. Ma la capitale operaia d'Italia potrebbe saltare il fosso
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