da Torino
Nei corridoi vetrati di Palazzo Nuovo resi roventi dal caldo e dalle polemiche non si parla daltro. La decisione di istituire la cattedra di sociologia dellambiente e del territorio per linventore di Slow Food Carlin Petrini ha stupito e indignato una parte dei professori, la cui reazione ha a sua volta stupito e indignato chi tale proposta lha fatta e la sostiene. Da una parte i sociologi che non vedono i motivi di tale scelta non riconoscendo Petrini come uno di loro, dallaltra la facoltà di Scienze che rivendica la legittimità della sua proposta, forte anche del sostegno del rettore dellAteneo Ezio Pelizzetti. Salvare due tome dalpeggio o allungare la vita al cardo gobbo non dovrebbe garantire automaticamente una cattedra; sostiene il fronte del no, bisognerebbe almeno pubblicare qualcosa sullargomento.
La scorciatoia della «chiara fama» consente, aggirando i meccanismi concorsuali, di proporre per una cattedra chi abbia ricevuto riconoscimenti internazionali, ribattono i professori di scienze, e Petrini di premi in bacheca ne ha a sufficienza. Ma il problema non è solo di merito. Le cattedre sono bloccate ma un posto per Petrini comunque lo si trova, anche se col mondo accademico non c'entra un bel niente.
Il soprannome «falce e culatello» dice molto di questo personaggio che ha creato un marchio riconosciuto in tutto il mondo sfruttando le amicizie con i potenti, soprattutto politici e soprattutto di sinistra. Ma la politica, dicono da Palazzo Nuovo, stavolta non centra niente. E già sembra strano solo questo in un Ateneo dove il 68 pare non essere mai terminato, dove il rettore è stato più volte accusato di avere un occhio di riguardo per gli studenti di ultrasinistra e laltro chiuso quando gli stessi ne combinano qualcuna grossa. Comunque sia il rettore è al centro di questa polemica, un po perché, essendo professore di chimica ambientale, proviene proprio da Scienze e un po perché cè chi giura di aver visto una lettera firmata da Pelizzetti stesso che «consigliava» ai colleghi accademici, e molti, di proporre Petrini come professore ordinario. Mentre in molti si affannano a smentire lesistenza di questa missiva, il professore Beppe Ricuperati rivendica orgogliosamente la paternità della propria lettera, stavolta indirizzata al rettore di Lettere Massobrio, nella quale attacca duramente la scelta di Petrini, ricevendo il plauso e la solidarietà di tutti i sociologi.
La replica di Amedeo Conte, preside di Scienze, non si fa attendere: «Sono sorpreso di questa reazione, la nostra era solo unapertura verso settori, come quello dello sviluppo sostenibile, che sono di primaria importanza per lAteneo del futuro. Poi la nostra è solo una proposta, che verrà vagliata dal Senato accademico e in seguito dal Cun. Rispetto la buona fede dei colleghi, ma mi sembra che non abbiano capito lo spirito dell'iniziativa». «Ma dare la cattedra a uno che di questa materia non si è mai occupato crea delle perplessità profonde: è come affermare che la sociologia non esiste», ribatte Ricuperati.
Intanto gli attori principali di questa commedia, Petrini e Pelizzetti, per ora tacciono, o meglio, si trincerano dietro la provvisorietà delliniziativa: «È solo una proposta - dicono - niente di definitivo».
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