Cronaca locale

"Da Torino vi porto solo arte doc"

La Rotonda della Besana inaugura una mostra di opere video della Fondazione piemontese Re Rebaudengo. Anche un progetto milanese di dieci artisti su via Padova. Protagonista un musicista afro

"Da Torino vi porto solo arte doc"

La Torino dell’arte «invade» Milano e lo fa con la sua ambasciatrice più blasonata: Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente dell’omonima fondazione che da 15 anni ospita e produce alcune tra le proposte più interessanti del panorama contemporaneo. Fa una certa impressione vederla sotto la Madonnina con una «sua» mostra alla Rotonda della Besana, lei che sotto la Mole è abituata a fare da anfitriona nei suoi 3.500 metri quadri espositivi e nell’elegante villa del centro dove espone una parte della sua imponente collezione dell’arte degli ultimi vent’anni. Oggi, a Milano, inaugura una mostra dedicata alla videoarte che si potrebbe definire glocal: 15 videoinstallazioni con opere della sua collezione a cui si aggiunge un progetto inedito realizzato sul territorio milanese da 10 giovani artisti italiani. Si tratta di una sorta di documentario, un «collage» di videoclip che hanno come oggetto un extracomunitario di nome Ablo, musicista della banda (musicale) di via Padova. «È un progetto creato apposta per Milano - dice la Sandretto - che oggi è la capitale italiana del multiculturalismo, e infatti “You-We+Ablo“ è dedicato al nomadismo. Gli artisti hanno intervistato un personaggio rappresentativo, in chiave positiva, di un quartiere milanese balzato tristemente alle cronache». E all’inaugurazione di stasera ci sarà anche un concerto dell’orchestra di via Padova. La mostra a cura di Francesco Bonami (che è anche direttore artistico della Fondazione Sandretto) si inserisce in quella sorta di gemellaggio tra Milano e Torino che ha già dato vita, sotto l’egida dell’assessorato alla Cultura del Comune, al festival Mito sotto la Madonnina e alla rassegna di arti visive, teatro e danza intitolato Contemporaneamente. «Concordo sul fatto che queste due città apparentemente così lontane ma assolutamente vicine possano un giorno costituire un polo culturale unico» dice la Sandretto che in fatto di sinergie tra pubblico e privato ha dimostrato in questi anni di saperci fare, sfruttando anche una laurea in economia e commercio. In questi giorni, ad esempio, negli spazi della sua fondazione torinese è in corso una mostra dedicata alla giovane arte italiana promossa da Confindustria e dall’Unione Industriali di Torino. Un pallino, il suo, quello per gli artisti italiani da sostenere con tutti i mezzi e così in questi anni ha fatto da madrina a giovani che oggi sono dei nomi nel panorama artistico: come Diego Perrone, Giuseppe Gabellone, Luisa Lambri, Patrick Tuttofuoco, Flavio Favelli e altri. «In questi anni ho girato il mondo e so che in Italia abbiamo una generazione di artisti che non ha nulla da invidiare agli stranieri. È la ragione per cui a Torino ho creato una fondazione che, sul modello delle kunsthalle europee, ospita e produce i lavori degli artisti amergenti». Prima della mostra «21X21», in corso sotto la Mole e a cui partecipa anche il veterano Alberto Garutti, aveva presentato un progetto intitolato «Greater Torino» dedicato ai giovani della sua città; la sede distaccata di Guarene ospita invece l’esposizione finale di un progetto di residenze dedicato ai giovani curatori stranieri. «Quello che fa crescere l’arte e rende anche vitale la produzione culturale di una città - dice la Sandretto - è il lavoro sul territorio. Nel caso di Guarene, ad esempio, abbiamo ospitato per quattro mesi tre giovani curatori internazionali che hanno potuto girare l’italia e visitare oltre 250 studi d’artista. Questo lavoro ha prodotto una mostra di 25 italiani curata da loro. In questo modo germinano i contatti e i progetti, i nostri artisti crescono e all’estero hanno l’opportunità di farsi conoscere». Un modus operandi che si inserisce in un tessuto, quello torinese, abituato a storicizzare i propri artisti, basti pensare al Castello di Rivoli, alla Gam, alla Fondazione Merz, o all’iniziativa pubblica Luci d’artista che ogni anno arricchisce la collezione. «A Torino la cultura è sempre stata sostenuta sia dalle giunte di centrosinistra che di centrodestra e ciò ha contribuito a creare una mentalità che punta alla promozione dell’arte. Il prossimo anno la mia fondazione ha invitato venti artisti internazionali ognuno dei quali dovrà prendere in oggetto una regione italiana. Produrremo le loro opere che faranno parte di una mostra per il 150mo anniversario dell’unità d’Italia». Nella collezione della Sandretto non mancano artisti «up to date» come Hirst, Cattelan o Mattew Barney. «Vero, ma li ho collezionati quando erano erano emergenti.

Oggi non me lo potrei più permettere».

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