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Torna il poker «live» e vale già un miliardo

Sono giornate calde per il poker sportivo, on line e live. E per il cash in fase di lancio. Anche perché, com’è noto, uno dei punti forti della manovra finanziaria che di qui al 2014 deve portare al pareggio di bilancio è proprio il prelievo sui giochi di abilità.
L’assetto finale non è dato a sapersi: l’impressione è che bisognerà aspettare l’ultimo momento. Tuttavia qualche nuova ipotesi circola da tempo: assegnando 500 dei mille diritti di poker live messi a bando entro il prossimo 30 novembre il governo ricaverebbe almeno 50 milioni e si potrebbe sviluppare una raccolta a regime di 1 miliardo per il 2012, dalla quale lo Stato ricaverebbe 30 milioni l’anno.
Queste sono le prime cifre riportate dalle stime dei tecnici del governo che accompagnano l’iter parlamentare della manovra economica che dovrebbe essere convertita in legge entro la prima decade di agosto. In pratica il poker dal vivo potrebbe valere dal primo anno di vita già 1/3 del poker on line. Questo significa che ogni club aperto genererà in media 2 milioni l’anno per oltre 5mila euro al giorno di raccolta. Previsioni ottimistiche e che forse tengono conto dell’acquisizione delle concessioni anche per il 2012 quando il mercato sarà ormai cresciuto.
Tuttavia l’ottimismo del governo sul poker live lascia trapelare anche qualche cambiamento di rotta rispetto al poker sportivo e al poker «no profit» che era stato lanciato dalla prima bozza di regolamento Aams analizzata dal Consiglio di Stato. Ipotesi basate su un livello di entrate gioco molto contenuto, nell’ordine dei 30-40 e comunque inferiore ai 100 euro. Ora si parla di numeri nuovi e diversi anche perché, sempre giocando con le cifre, per arrivare a raccogliere 2 milioni di euro in un anno occorrerebbero 66,666 iscrizioni da 30 euro: l’equivalente di 60 Ept di Sanremo all’anno. Vedremo come saranno i buy in e se ci sarà l’opportunità di giocare più tornei e sit and go al giorno.

In ogni caso le stime di 1 miliardo di euro fanno già gola agli imprenditori e ai concessionari che investiranno senza dubbio su questo nuovo «prodotto» lanciato dal governo e che i Monopoli di Stato si ritroveranno a gestire.

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