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Torna lo stregone di al Qaida: minacce ai «molli» dell’Islam

Dal braccio destro di bin Laden l’invito a cacciare ebrei e crociati. Accuse a Pakistan, Arabia Saudita ed Egitto: «Sono filo-occidentali»

Fausto Biloslavo

Il “dottore” del terrorismo islamico è riapparso con un video trasmesso dalla solita televisione araba Al Jazeera. L’egiziano Ayman al Zawahiri, numero due di Al Qaida, soprannominato il “dottore” per la sua laurea in Medicina, è tornato a minacciare mezzo mondo in nome dell’Islam duro e puro. Al Zawahiri, mente politica dell’organizzazione terroristica, si scaglia contro i tentativi americani di riformare il Medio Oriente, invita i palestinesi a combattere, anziché gingillarsi con le elezioni e lancia il solito motto della guerra santa per scacciare «i crociati e gli ebrei» dai territori musulmani come l’Irak e l’Afghanistan. «L’espulsione degli invasori crociati ed ebrei, dalla patria musulmana, non può realizzarsi solo attraverso dimostrazioni e cortei. Per sbatterli fuori e per realizzare le riforme l’unico sistema è combattere in nome di Allah», esordisce Al Zawahiri nei tre spezzoni di video andati in onda venerdì sera.
Il mentore di Osama bin Laden punta molto sul messaggio politico di netta opposizione al piano americano di democratizzazione del Medio Oriente: «Non possiamo immaginare una qualsivoglia riforma nei nostri Paesi, mentre rimangono occupati dai crociati», intesi come soldati Usa e loro alleati, compresi gli italiani. Il numero due di Al Qaida porta il solito turbante bianco, il barbone grigiastro e parla rimanendo seduto a gambe incrociate, con accanto l’immancabile kalashnikov. Il video deve essere recente, perché Al Zawahiri critica gli assalti contro alcune donne durante una manifestazione di protesta al Cairo dello scorso 25 maggio.
Una parte del messaggio riguarda direttamente i palestinesi, che devono stare attenti «a non farsi coinvolgere nel gioco delle elezioni». Sembra quasi un avvertimento ai gruppi estremisti di Hamas e della Jiahd islamica a non prendere parte al voto, come invece sta avvenendo. «Non dovete abbandonare la guerra santa, abbassare le armi o farvi trascinare nel secolarismo elettorale dettato da una Costituzione laica» ammonisce Al Zawahiri. Il presidente palestinese Abu Mazen ha invitato gli estremisti ad accettare il confronto politico nella speranza di garantire un cessate il fuoco duraturo e accelerare i negoziati di pace con Israele.
Il numero due di Al Qaida accusa direttamente i governi del Pakistan, dell’Egitto e dell’Arabia Saudita, accusati di essere filo-occidentali, ricordando loro che le uniche riforme possibili si basano sulla sharia, la legge ispirata dal Corano. «La nazione islamica non può accettare null’altro al di fuori dalla sharia, dopo aver sofferto sotto sistemi differenti che contraddicono l’Islam. Non possiamo immaginare alcuna riforma - spiega “il dottore” - mentre i crociati godono di appoggi logistici e ospitalità nei nostri Paesi per poi colpire le sorelle e i fratelli in altre nazioni musulmane».
Il riferimento riguarda Paesi come il Kuwait e gli Emirati arabi che garantiscono basi sicure di passaggio alle truppe che operano in Afghanistan e Irak. Infine, nel terzo e ultimo spezzone di video, il terrorista incita alla lotta armata contro gli «occupanti crociati ed ebrei».
Nato nel 1951, Zawahiri ha una taglia di 25 milioni dollari sulla testa. Dopo la disfatta afghana l’egiziano ha trovato rifugio nella zona tribale a cavallo fra Pakistan e Afghanistan. Il terrorista egiziano è considerato il mandante degli attentati dello scorso anno contro il presidente pakistano, Pervez Musharraf, e ha teorizzato «un golpe islamico» in Pakistan. Il “dottore” ha pubblicamente sostituito, con i suoi frequenti messaggi, Osama bin Laden, che secondo alcuni analisti sarebbe addirittura stato esautorato dal comando di Al Qaida dal terrorista egiziano. L’ultimo video coincide con le preoccupanti rivelazioni del ministro della Difesa afghano, Rahim Wardak: «Una mezza dozzina di kamikaze di Al Qaida si sono infiltrati nel nostro Paese».
Due arabi hanno già colpito il 1° giugno nella moschea di Kandahar provocando 20 morti e pochi giorni dopo facendosi esplodere contro un convoglio di soldati americani.

L’obiettivo di Al Qaida è di destabilizzare il Paese.

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