Torna la tubercolosi: ogni anno si contano due milioni di vittime

Industria farmaceutica, ricerca e sostegno alle popolazioni più deboli. Paul Herrling, direttore Corporate Research di Novartis, il colosso che solo in Italia conta 3600 dipendenti e quasi altrettanti scienziati su scala internazionale, parla a Roma di malaria, Tbc e febbre Dengue. Malattie devastanti, mai debellate, il cui spettro bussa sempre più insistente e pernicioso alle nostre porte. «Anzi – come spiega lo studioso, a capo del Novartis Institute for Tropical Diseases, l’unico centro privato di ricerche sul campo aperto quattro anni fa a Singapore – forme virali tra le più pericolose sono da tempo incancrenite in seno al Vecchio Continente. È il caso della tubercolosi, mai scomparsa dalle carceri e dai ghetti dei paesi dell’ex Unione Sovietica». Si conta che la Tbc uccida una persona ogni 15 secondi: due milioni di vittime all’anno. Il contagio avviene con un semplice colpo di tosse e il batterio cova e vive silenzioso nell’uomo anche per decenni. L’unica cura conosciuta è lunga e complessa. «Occorrono sei mesi di assistenza continua e giornaliera – afferma ancora Herrling – per questo è più che mai urgente scoprire nuovi farmaci, più immediati e adattabili a situazioni di estremo disagio e povertà». Viaggi sempre più frequenti facilitano il contagio. Ogni anno la malaria colpisce 250 milioni di individui. Focolaio inesauribile è l’Africa sub-sahariana.

«Novartis ha messo a punto un farmaco a base di artemisia in joint-venture con i cinesi – sottolinea il professor Herrling – che opera sul ceppo combinando una doppia azione. In quattro giorni il parassita viene stroncato; ma gli indiani hanno copiato il solo estratto naturale immettendolo sul mercato e questo non farà altro che aumentare la resistenza».

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