Pietro Acquafredda
Se si legge in filigrana la carriera di Uri Caine, pianista americano di solida formazione e di variegati interessi con una predilezione sia teorica che pratica per il jazz, si scopre che la sua libidine massima la raggiunge nella «manipolazione» dellopera di un genio. Lha fatto con Mahler - e lì loperazione gli riuscì anche perché ebbe dalla sua un pubblico che per la prima volta vedeva un interprete «giocare» con un intoccabile come Mahler - poi con Wagner e con Schumann e Schubert e Bach e Beethoven e Chopin. Facendosi di volta in volta la posta sempre più rischiosa, ma restando il Caine sempre legato a quel suo gioco, insieme sadico e puerile, di smontare, frantumare e poi rimontare «alla Caine», era da immaginarsi che una certa stanchezza prendesse i suoi fedelissimi ascoltatori di un tempo, i quali avrebbero potuto non tollerare oggi, quello che, soltanto ieri, avevano accettato senza riserve. Come accadde proprio a Roma, nei concerti che seguirono lapertura del nuovo Auditorium, quando con imbarazzo Caine propose lo Schumann di uno dei più bei cicli liederistici (Dichetrliebe, Amor di poeta) scarnificato e ridotto allosso, per far spazio alla mamma che recitava alcune sue poesiole. Nonostante ciò le sue performance continuano in Italia con frequenza maggiore che in America, suo paese d'origine, come confermò lui stesso, quando ebbe la direzione artistica della Biennale Musica, non riuscitissima: «mai in America mi avrebbero affidato la direzione artistica di un festival così importante». E lui per accattivarsela, dedicò allAmerica lintero programma, in barba allItalia che lo aveva accolto a braccia aperte. In Italia, anche oggi, Caine continua ancora a piacere per la sua maniera derisoria, distruttrice in apparenza, falsamente denigratoria e irrispettosa; del resto piaceva anche a Luciano Berio che lo portava in palmo di mano, perché anche lui, se ci è consentito il paragone, negli ultimi anni si divertiva a smontare e rimontare alcuni celebri capolavori del passato o a ricostruirne altri incompiuti e frammentari.
Teatro Olimpico (piazza Gentile da Fabriano). Info: 06-3265991.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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