Tornano gli anni ’80 punk ma non troppo

Paola Bulbarelli

da Milano

Lo si poteva prevedere dopo aver visto l’ultimo video di Madonna. La voglia degli anni Ottanta bussa alla porta e, per primi, a spalancarla sono Domenico Dolce e Stefano Gabbana con la collezione D&G. L’ispirazione parte da lì, dai punk che non ci sono più ma che tanto influenzano ancora il modo di vestire, da certi look indimenticabili come i pantaloni affusolatissimi, il nero predominante, le pettinature inconfondibili. Ovviamente il tutto è rivisto e corretto dall’occhio attento, e moderno, di Dolce e Gabbana che giocano con i contrasti e le sproporzioni degli abbinamenti: il lungo con il corto, il lungo con lo stretto, il trasparente con il coprente. Il gioco degli opposti, insomma. «I giovani di oggi non sanno chi sono i punk anche perché non esistono più – spiega Gabbana -, li abbiamo fatti ritornare con ironia. Non a caso si chiama New Punk Lovers». Sono tornati per queste donne super sexy che abbagliano a ogni passo. I diktat di allora ci sono tutti. Dai jeans aderenti ai fuseaux, dalle tute di pizzo elasticizzato ai bomber di raso, dagli shorts (questi in organza) ai bustier in vinile ai pantaloni da jogging di seta. E poi accessori a gogo: stivali di vernice nera e di pelle d’oro con borchie, stivaletti con inserti «diamanti», décolleté lucide con punte «assassine», altissime zeppe dorate e borse grandissime o micro, collane e bracciali di catene di nichel. Immancabili tra il tutto nero le calze colorate bluette, verde, giallo, fucsia, viola, arancio.
Le stesse tinte che ritroviamo persino nei capelli. Anche nella sua collezione C’N’C che Ennio Capasa chiama Techno-sensual vengono usati colori freddi e fluo in contrasto con sete e rasi, in un mix di pantaloni stretti e corti, di trench e giubbotti, di salopette e abitini quasi baby doll, ma tutti ripresi in fondo da una coulisse che li stringe e li fa lievitare a palloncino. Il must, un vestito corto a sottoveste giallo limone con spalline rosa fluorescente, portato con scarpe argentate dal tacco importante. «Ho scelto la tecnologia che dà il senso del futuro - spiega Capasa - per rompere con il retrò». In effetti la parola retrò non la vuol sentire nessuno ma certi archetipi del passato sono dei tormentoni. Chi può dimenticare il mitico Studio 54 di New York? Anna Molinari l’ha preso ad esempio per la sua collezione Blugirl. Questa ragazza si diverte a fare la seducente Pretty baby con mini abiti in sangallo e grandi fiocchi, con bluse di chiffon stampate a margherite ma anche la sofisticata Bianca Jagger in cruise style bianco e blu elettrico. La sera è avvolgente e focalizza nella schiena sempre nuda la parte più sensuale.
Punta sulla fluidità la brava Debora Sinibaldi, sul frac Alessandro Debenedetti. Un pezzo della sartoria maschile adottato da sempre da Brioni, nome abituale per chi se ne intende di abbigliamento da uomo. Ora, la stilista Cristina Ortiz da due collezioni si occupa della donna e la veste con lo stesso rigore. Quel rigore, abbinato a professionalità e artigianalità che si ritrova da Hogan: basta vedere la nuova Tambourine Bag.

O da Shirò che ha proposto un giubbotto leggerissimo in pitone oro. Tessuti speciali che trovano la massima applicazione da Cp. Company: la seta viene trattata e placcata come solo un’azienda che si occupa da generazioni di materiali sa fare.

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