Tornano Ficarra e Picone "Ridi poco caro Moretti: la gente preferisce Totò"

La coppia torna per la terza volta sul set e sceglie Torino per una commedia che vuole unire l’Italia con una risata

Tornano Ficarra e Picone 
"Ridi poco caro Moretti: 
la gente preferisce Totò"

Se Napoli piange, Torino ride. In quest’estate bollente latitano, infatti, i turisti a Partenope (troppa monnezza), mentre sotto la Mole si aggirano stralunati e felici i palermitani Fic&Pic, portando in giro una marea di stranieri. I comici Salvatore Ficarra e Valentino Picone dal 6 giugno stanno girando nei luoghi più belli del capoluogo piemontese Anche se è amore non si vede, commedia da ridere con Ambra Angiolini, Diane Fleri e Sascha Zacharias e fanno da ciceroni a bordo d’un autobus giallo a due piani, vecchiotto ma funzionale. Inchiodati sul set fino alla fine del mese, in qualità di registi, protagonisti e sceneggiatori, poi a Verbania per un paio di scene a Villa San Remigio, gli animatori di Striscia un giorno cuociono al sole e un altro cambiano ruolino di marcia, perché diluvia. Come ieri, quando i mattatori di Zelig hanno dovuto girare al chiuso, all’interno della casa di Valentino, maritato Angiolini. Un appartamentino in Corso Galileo Ferraris, tutto lindo e pinto, dove «si sente il tocco di donna», commenta Ficarra. Il film uscirà il 25 novembre, prodotto da Medusa con Attilio De Razza, adiuvante la Film Commission piemontese e farà da apripista (almeno nelle intenzioni) alle pellicole natalizie.

Sapete che Nanni Moretti un po’ se la ride, perché pure voi vi date alla regia?
Ficarra: «Nanni è un grande maestro e può dire ciò che vuole. Noi, i suoi film ce li studiamo. Poi, qua siamo alla terza regia: dopo Il sette e l’otto e La matassa, ci sentiamo abbastanza rodati. Per me, regia significa assemblare il cast, far recitare altri attori, amalgamare il girato».
Picone: «Ma se sono vent’anni che giriamo, almeno in teatro! Nanni fa il “cinema”, quello serio, però se rivedi i film di Totò, a distanza di cinquant’anni, ancora ridi».

Sperate di far ridere anche voi, come Totò, tra mezzo secolo?
Ficarra: «Non siamo degni neanche di lustrare le scarpe a Totò! Certo, Totò e Peppino avevano la macchina da presa fissa su di loro, mentre oggi bisogna ricorrere agli effetti speciali, con la macchina mossa».
Picone: «Mi associo. Neanche il mignolo di Totò, siamo».

Veniamo ai vostri ruoli. Quali personaggi interpretate?
Ficarra: «Sono proprietario di un autobus per turisti, non sono fidanzato, ma ho una passione per le donne. Ne approfitto per selezionare le guide turistiche, non in base ai meriti, ma all’avvenenza. Per carità: nessun riferimento politico all’attualità».
Picone: «Anch’io sono proprietario dello scalcinato autobus colorato, però ho da anni una storia stabile con Ambra, cioè Gisella, ma mi causa solo tormenti».

Quale dinamica sviluppate, all’interno della commedia?
Ficarra: «Io cercherò di convincere Valentino a darsi alla pazza gioia, mollando la femmina molesta. Ma, alla fine, capirò che le nostre contraddizioni ruotano intorno alle nostre diverse concezioni dell’amore. Per me, purtroppo, il concetto di donna si ferma all'aspetto esteriore.Poi, cambierò idea».
Picone: «Io farò del tutto per persuadere Salvo a fermarsi con una compagna fissa... Intanto, manderò in crisi la mia storia per troppo amore. Il troppo, in amore come nel resto, storpia».

Nord e Sud d’Italia si parlano poco, al momento: volete ricucire lo strappo a Torino, imbandierata per il 150esimo dell’Unità?
Ficarra: «A Torino, la città più bella d’Europa, non c’è un italiano: tutti emigrati sono, come noi! Scherzavo...».
Picone: «Una risata vi unirà: perché no? Certo, quando mi serve un’informazione, trovassi mai un torinese: sono tutti pugliesi, calabresi, napoletani...».

Massimo Boldi dice che lui, come comico, funziona in tutta Italia e voi solo al Sud: concordate?
Ficarra: «Boldi è il padre della comicità e della commedia: bisogna starlo a sentire, quando parla. Però facciamo il pienone a Milano come a Palermo».


Picone: «Andiamo forte al Sud, ma anche al Nord. È vero, comunque, che è tornata un po’ la moda dei comici regionali, come ai tempi di Moretti a Roma, Nuti a Firenze e Troisi a Napoli. Noi siamo nazionali. Ciao, Massimo! Salutiamo!».

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