Caro Pirlo, alla sua segreteria telefonica risponde la voce di un extra-comunitario: è lei che imita Idris o è Idris?
«Nessuno dei due: è un format audio della Tim».
A lei, che è bresciano, è capitato di essere fischiato a Verona?
«A me non è mai successo».
E allora come si spiega il clima feroce contro Balotelli?
«Mario sconta qualche atteggiamento sbagliato ma nel frattempo è diventato un bersaglio comodo e scontato. Non è giusto che nei suoi confronti vengano rivolti insulti razzisti».
Guardi Pirlo che a Verona non è andata così: lo hanno fischiato e lui ha risposto con lapplauso...
«Questo è un particolare che non conoscevo. Per i fischi funziona unaltra legge nel calcio: si prendono e si portano a casa».
Cè chi dice: lInter dovrebbe aiutare Balotelli invece che sbertucciarlo sempre. Condivide?
«Io penso che Mourinho e i suoi colleghi lo stiano aiutando. Ci vuole del tempo per far maturare un ragazzo di quella età: è giusto che sbagli ora, ha tutto il tempo davanti per redimersi».
Lei ha denunciato lo stato pietoso dei campi di campi di calcio. Galliani sostiene che dopo Milan-Genoa non vi siete lamentati. È vero?
«Il prato era appena decente ma resta sempre brutto, si può giocare intendiamoci, in giro ho visto di meglio. E penso alla serie B del calcio inglese. A Monaco di Baviera, dove giocano due squadre, il risultato è certamente più brillante che da noi in Italia. Non so dire perché».
Passiamo al calcio giocato: è più convincente il Milan 2010 rispetto a quello trasgressivo 2009?
«Io sono conquistato da entrambi a dimostrazione che il Milan non ha a disposizione un unico modulo di gioco. Il principio è sempre lo stesso: attaccare più dellavversario, rubare palla e ripartire. La sua resa non dipende dallo schieramento, dipende dallo spirito di sacrificio dei suoi interpreti».
Eppure col 4-2-fantasia rischiavate losso del collo...
«Non è vero: se ha funzionato per molte partite è segno che ha una sua validità. E che per realizzarlo bisogna che lavorino in undici, portiere compreso».
Ambrosini è al momento il centrocampista più in forma del campionato: perché Lippi non lo chiama?
«Semplicissimo: perché ha altre idee. Non ho mai chiesto spiegazioni di questo genere al Ct. So che non la prenderebbe bene».
Nesta e Totti sono due amici di famiglia di casa Pirlo: ha parlato con loro di Nazionale?
«Sandro non ne vuol sapere, porta rispetto per chi ha sudato durante la qualificazione, Totti è aperto alla soluzione finale. Prima di partire per il Sud-Africa parlerà con Lippi e decideranno insieme. Avere uno così al seguito è un bel vantaggio per tutti».
Anche Borriello sembra in lotta con Amauri ma destinato a restare a casa: le sembra giusto?
«Amauri non è ancora italiano: discussione rinviata. Marco sta facendo bene, anzi benissimo. Provi a essere continuo e lascerà il segno. Al momento il giudizio è fatto: merita la Nazionale».
Il Milan gioca senza pubblico: come mai continua il gelo tra tifosi e squadra?
«Non è esaltante giocare in uno stadio mezzo vuoto anche se ci stiamo abituando. Tocca a noi farli rialzare dalle poltrone e convincerli a tornare allo stadio».
Tutta colpa di Kakà e della sua partenza per Madrid...
«Quella decisione fu presa in pieno accordo. La società voleva rientrare delle spese, lui voleva provare la nuova esperienza e alla fine laffare si è concluso. Ma senza il fattore economico, Kakà sarebbe rimasto con noi».
Beckham ha giocato col Genoa come se non fosse mai andato via da Milanello: come si spiega?
«È troppo intelligente, parlo di intelligenza calcistica. Lui mastica un po di italiano ma non ha bisogno di conoscere la nostra lingua per giocare come sa. Parla la lingua del calcio che è universale».
Cosa ha detto a Gattuso per convincerlo a restare quando sembrava in rotta con Leonardo?
«Gli ho sempre ripetuto: stai tranquillo, prova a guarire e vedrai che troverai posto».
Caro Pirlo, da una vita non riesce a fare gol su punizione: è solo colpa dei campi?
«Nel frattempo ho anche centrato qualche traversa, due col Genoa lanno scorso, una a Livorno. Ma non faccio gol da una vita, è vero. Ed è solo colpa mia, devo migliorare».
Juve-Milan vale solo per il secondo posto?
«Adesso sì. Tra qualche tempo faremo le verifiche opportune e magari scopriremo di poter ambire a qualcosa daltro. Non si sa mai nel calcio».
Cosa manca al Milan di oggi per tornare a vincere? Kakà o dellaltro?
«Non serve Kakà, per vincere ci vuole solo un pizzico di fortuna. Ricordate il 2007? Nessuno ci dava credito eppure riuscimmo a vincere la Champions più il mondiale per club».
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