Pier Francesco Borgia
Certo, non sono più i tempi del mitico Caffè Aragno (con affaccio su via del Corso), né quelli dellancor più blasonato Caffè Greco (che ancora fa bella mostra di sé in via dei Condotti). I caffè letterari sono scomparsi da molti lustri. E con loro sono passati a miglior vita anche i salotti bohémienne per cinematografari e artisti che si ricreavano tra i tavolini del Caffè Rosati. Ormai viviamo in unepoca molto diversa dove il dialogo e lo scambio di idee avviene su altri «canali». Però in una città come Roma si sente ancora il bisogno di luoghi fisici dove ritrovarsi a bere un caffè, a leggere qualcosa o ascoltare della buona musica. Ed è questa esigenza che il vulcanico Domenico Procacci (patron della casa di produzione Fandango) tenta ora di soddisfare con lapertura del Caffè Fandango. Lapertura del locale di piazza di Pietra è prevista per il prossimo 12 settembre ma già questa notte ci sarà un assaggio con una notturna in perfetto stile Notte Bianca. In programma reading di poesie, letture, proiezioni video e tanta musica. Il Caffè Fandango è comunque una versione aggiornata di quei lussuosi e blasonati caffè letterati se non altro perché rappresenta un rifugio dove poter sì mangiare o sorseggiare un caffè, ma anche leggere i libri della casa editrice omonima (comprarli, se di proprio gradimento), ascoltare la musica di Radio Fandango (la casa discografica procacciana), insomma dove farsi contaminare da quel «virus» (come lo chiama lultimo premio Strega Sandro Veronesi, collaboratore della Fandango Libri) della creatività che non conosce più rigidi steccati e orticelli chiusi. Ormai si spazia a 360° dai videomaker, ai musicisti-scrittori, fino ai romanzieri con la passione per il cinema. «Per adesso - spiega Procacci - possiamo vendere e far circolare solo il materiale targato Fandango (libri, cd e dvd, ndr), per ovvi problemi di diritti.
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