Lei arriva, si siede e parla: un fiume in piena. Laura Pausini ha alle spalle un tour mondiale tutto esaurito, ma tutto tutto, e pure un’influenza "che non è la suina ma mi ha steso". Quando parla, è giornalistica: e le sue parole sono titoli. Ma quando tace, è pensierosa. Sarà che il giro del mondo in ottanta giorni è roba da Jules Verne, ossia da romanzo, ossia riposante solo se lo leggi. Oppure che, come dice con gli occhi velati, è appena morto il suo migliore amico e «quando ero sul palco di Mantova, e sapevo che stava succedendo, mi sono detta: ma che diavolo ci sto a fare qui?». Però oggi Laura Pausini, dopo sedici anni senza sosta a cavallo della sua voce da sogno, ha deciso di dire bye bye al caravanserraglio del pop. Già. Almeno per un po’. E chissà quanto dura. Per carità, intanto lo fa lanciando Laura Live, che è un cd più dvd dal vivo, ogni canzone un concerto diverso ma in tutte lo stesso entusiasmo, quello che tutti ormai riconoscono (e ci sono pure tre inediti). Lei ne parlerà ovunque, domani da Bonolis a Chi ha incastrato Peter Pan su Canale 5, domenica da Morandi su Raiuno e poi anche l’8 su Raidue a Due, il tv show che lei inaugura con Tiziano Ferro «perché mi piace molto il suo modo di essere complicato». Però c’è un però: ed è quel sospirone che la Pausini si lascia scappare alla terza volta in cui ripete che adesso basta, se ne sta a casa per davvero e guai a chi pensa il contrario.
Ma resisterà, cara Laura Pausini?
«Immagino che dopo»
Ma allora perché?
«Ora non mi basta più questa parte della mia vita fatta solo di lustrini».
Però.
«È da quando ho diciott’anni che viaggio ininterrottamente, non sono neanche mai andata a pagare una bolletta, ho sempre e solo cantato».
Dicono che si fermerà per diventare mamma.
«Sono dieci anni che voglio un figlio e forse ci sono dei motivi se non sono ancora riuscita ad averne uno. In realtà non mi fermo per fare un figlio ma per fare la figlia».
A casa dei suoi genitori?
«Starò prevalentemente in Romagna perché mi manca andare in giro in bici, fare la spesa senza casini intorno. Voglio andare alla cena di classe con i miei compagni di scuola: mi dà fastidio non averne mai fatta una».
Insomma mette la musica tra parentesi.
]«Macché, forse sarà il periodo più artistico della mia vita: leggerò, ascolterò musica. Sono molto fortunata, ho tanta fantasia. Infatti ho già quattro idee pronte».
Ecco vede, altro che ritiro.
«Intanto ci provo».
Però il prossimo anno uscirà il dvd del concerto a San Siro di «Amiche per l’Abruzzo».
«Abbiamo devoluto quasi un milione e duecentomila euro per l’Abruzzo. Con questo concerto, quello di Roma e il singolo Domani, anche se ormai si vendono pochi dischi noi cantanti abbiamo raccolto oltre tre milioni di euro, mica poco».
È stato detto che lei avrebbe spostato la pubblicazione di quel dvd «collettivo» per lasciare spazio al suo.
«Mi dispiace molto di quella polemica inutile. In realtà non volevamo che fosse uno dei tanti dvd che escono sotto Natale. Perciò abbiamo deciso di farlo uscire proprio in occasione dell’anniversario di quel concerto, il 21 giugno 2010. Questa è la verità».
Dopo quello show a San Siro lei ha praticamente iniziato a viaggiare per il mondo.
«E nel frattempo qui è successo di tutto. All’estero mi dà fastidio che mi chiedono solo di Noemi e D’Addario».
E lei che cosa risponde?
Che c’è altro. Che non siamo solo furbetti. Che tanti italiani vanno all’estero perché qui non possono studiare. Che è uscito Baarìa e se ne parla meno di quanto merita».
«Baarìa» è in dialetto. Anche al Festival di Sanremo quest’anno si potrà cantare in dialetto.
«Quando facevo pianobar mi chiedevano sempre il brano dei Tazenda a Sanremo, Spunta la luna dal monte, che ha una parte in dialetto sardo, che bei ricordi».
A proposito, in «Laura Live» c’è un suo brano in dialetto, «Vitti ’na crozza». E pure una cover di Michael Jackson, «Heal the world».
«Michael mi chiamò dopo l’11 settembre per il brano What more can I give. Mi ha invitato per duettare, un momento indimenticabile della mia carriera. Tutti noi gli dobbiamo qualcosa, anche chi non lo ammette».
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