«Torno presto». E lo trovano sepolto nel bosco

TorinoDue personal computer e alcuni documenti. Potrebbe nascondersi tra questi oggetti la soluzione (o almeno un indizio) del giallo che da qualche giorno ha trovato la sua lugubre cornice nei boschi di Rivalba, in Regione Borgiona, a poca distanza da Torino. E che nella sua trama sommaria prevede un forte colpo dato alla testa, forse mentre la vittima dava le spalle all'assassino e soprattutto un ritrovamento macabro e in pieno stile romanzesco, con alcuni lembi dei vestiti a rivelare la presenza di un corpo, nascosto sotto pochi centimetri di terra. Poco più in là, una pala, utilizzata con ogni probabilità per scavare la buca e seppellire in fretta il cadavere, ma poi lasciata lì, forse per garantirsi una fuga nel minor tempo possibile.
È in questi luoghi che, martedì sera, è stato ritrovato il corpo di Paolo Pilla, 34 anni, di professione tecnico informatico, che abitava a Torino vicino alla madre, all'ultimo piano di una via centrale della città. Il corpo è stato portato all'ospedale di Chivasso e i rilievi effettuati sul cadavere dal medico legale hanno evidenziato una evidente ferita sulla parte destra del cranio, segno che potrebbe essere stato ucciso da un colpo inferto con un corpo contundente. La scoperta, fatta dalla ex convivente dell'uomo, Emanuela, 36 anni, ha posto fine nella maniera peggiore all'angoscia che ormai da sabato aveva stretto la famiglia della vittima: nel pomeriggio di quel giorno, infatti, l'uomo era uscito di casa dicendo alla madre che sarebbe tornato entro poco tempo, dopo aver fatto alcune commissioni. Si è così allontanato a bordo della sua vettura, ma nessuno della sua famiglia l'ha più rivisto, tanto che - lunedì mattina - la madre è andata a denunciarne la scomparsa dai carabinieri.
Sul posto del ritrovamento, subito dopo la ex convivente, è arrivato anche il fratello della vittima. Immediatamente è scattata la richiesta d'aiuto alle forze dell'ordine, che hanno in poco tempo trovato conferma a quello che poteva essere solo un terribile sospetto. Il bosco che per qualche ora ha custodito il cadavere si trova a pochi metri da un casolare che Pilla aveva acquistato a un'asta giudiziaria, lo scorso inverno. E non si esclude che, in quell'occasione, possa essersi involontariamente fatto dei nemici, che in un modo o nell'altro hanno cercato di entrare in possesso del rustico. O comunque di fargliela pagare. Ma gli investigatori (l'inchiesta è affidata al pubblico ministero di Torino, Marco Gianoglio) non hanno escluso nessuna pista fin dall'inizio. E se alcune testimonianze sulla presenza di altre persone insieme all'uomo trovato morto sono saltate fuori fin dalle prime ore, ieri è stata la volta degli interrogatori dei famigliari della vittima: la madre, il fratello e la ex convivente, con la quale Paolo ha avuto un figlio che oggi ha tre anni. Ma anche i vicini sono chiamati a dare la propria versione dei fatti sulle ultime ore di vita dell'uomo. Le prime domande a cui si cercherà di fornire una risposta sono proprio legate al casolare acquistato all'asta alla fine del 2010, ma anche all'identità delle persone che possono aver accompagnato alla casa Paolo Pilla. Muratori, forse. Ma non si esclude che possa trattarsi di altre persone. Ci sono versioni che raccontano la presenza insistente, nella zona, dei vecchi proprietari dell'edificio. Da capire, inoltre, il motivo per cui il 34enne ha lasciato a casa i telefoni cellulari, invece di portarli con sé. Ma si tratta solo di frammenti, non certo indizi utili a restituire un'immagine nitida della situazione che ha portato all'omicidio dell'uomo. Un appuntamento che si è trasformato in tragedia, con il corpo di un ragazzone - Paolo Pilla era altro un metro e 93 centimetri - rannicchiato sotto pochi centimetri di terreno.
Proprio ieri, per due ore, i carabinieri hanno effettuato un sopralluogo presso l'abitazione torinese della vittima, accompagnati dal fratello Giuseppe. E al termine dei rilievi hanno portato via dall'appartamento due pc e alcuni documenti.

Da questi oggetti si spera di poter ottenere qualche elemento utile all'indagine. Anche solo un appunto, un pro memoria, una traccia che spieghi perché sabato scorso il tecnico informatico ha deciso (o è stato costretto) ad andare a Rivalba.

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