Toro, colpo di scena: via De Biasi, ecco Zaccheroni

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Alessandro Parini

da Torino

Saluti e baci. Alle 23.30 di mercoledì sera Urbano Cairo ha deciso che Giovanni De Biasi, il tecnico del ritorno in A, non era più l'allenatore adatto per il suo Toro, telefona, «arrivederci e grazie». Quattro giorni prima dell'inizio del campionato, «perché avevo dei dubbi che non riuscivo a farmi passare. Ho deciso da solo e ho scelto di ripartire da Zaccheroni: con lui, il Toro potrà costruire un progetto e ambire a qualcosa di davvero importante». Quali dubbi? Nessuna risposta. La realtà è che i due non si sopportavano più e una campagna acquisti comunque importante non ha aiutato il riavvicinamento anche perché non è arrivata la prima punta chiesta dal coach. Dopo una serie di punzecchiature durate tutta l'estate, Cairo ha deciso per l’addio prima del via «così Zaccheroni avrà più tempo per conoscere la squadra e De Biasi, se lo vorrà, potrà tornare in posta fin da questa stagione». Se lo facesse, risparmierebbe anche parte dello stipendio.
Zaccheroni, allora. Che era fermo da due anni e che, curiosamente, aveva preso il posto di Cuper all'Inter dopo che il Brescia di De Biasi aveva imposto l'alt ai nerazzurri (2-2). «Io sono un ambizioso e in questi anni ho rinunciato ad allenare perché i progetti che mi venivano proposti non mi parevano dei migliori. Con Cairo c'è stato un feeling immediato e abbiamo deciso in fretta: ci siamo visti martedì e abbiamo trovato l'accordo mercoledì sera, dopo i funerali di Facchetti cui eravamo entrambi presenti». Contratto biennale a 800 mila euro a stagione: «Spero che il Toro assomigli all'Udinese che fu mia, squadra in grado di leggere le partite e di affrontare gli avversari senza paura. Prima ancora che decidessi di fare l'allenatore, mi ero innamorato del Cesena di Gigi Radice, futuro allenatore granata. Le sue squadre hanno sempre giocato imponendo il proprio gioco ovunque, con coraggio e sfrontatezza: sarà questo il messaggio che cercherò di far arrivare ai miei giocatori». Tra questi, quattro li ha già allenati: Abbiati, Pancaro, De Ascentis e Fiore. Più uno, Muzzi, che «avrei sempre voluto ma non sono mai riuscito ad avere».


Domenica col Parma, ci sarà la prima verifica e i primi punti in palio: «Garantiamoci la salvezza - hanno quasi canticchiato in coro i due -, poi cercheremo di divertirci e di capire fino a che punto potremo spingerci. Non dobbiamo avere paura di osare e di pensare in grande».

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