Prima della Scala

Tosca, Netrebko Milano: tre dive per una "prima"

Il sipario di S.Ambrogio si alza oggi sul gioiello del maestro Puccini, sul fascino della soprano superstar e una città che corre al passo dell’Europa

Tosca, Netrebko Milano: tre dive per una "prima"

Mai come di questi tempi di sciacque che si beano, ancheggiando anoressiche, di impalpabili carriere da blogger o influencer, c'è bisogno di divine. Ma di quelle vere, quelle che ti appiccicano al muro con uno sguardo e nel loro incedere nemmeno toccano terra con i loro passi quasi sovrannaturali. E allora benvenuta sia la prima di sant'Ambrogio di quest'anno alla Scala che di divine in cartellone ne ha messe (almeno) tre. La prima è quell'immortale e primigenio archetipo del femminile e dell'amore-passione, dipinto dal maestro Giacomo Puccini nel personaggio senza tempo di Floria Tosca. Donna capace di amare, tradire e perfino dare la morte per alimentare quel fuoco che le arde nel petto: uccidendo quel mostro del barone Scarpia, un #MeToo del 1600, ma anche se stessa al cospetto del sangue dell'amato Cavaradossi. E chi meglio di un'altra divina come Anna Netrebko potrebbe oggi portare in scena un tale groviglio di elementi primigeni che scuotono l'animo umano. Bellissima, bravissima, capricciosa forse, ma superba quando c'è da cantare, lei sì e a ragione super social, aggiunge con Tosca la quarta prima scaligera al suo collier dopo Andrea Chénier, Giovanna d'Arco e Don Giovanni. E allora è lei stessa a evocare Maria Callas e Rajna Kabaivanska da raggiungere nell'Olimpo. E poi c'è la terza divina, quella Milano mai così rilucente dei suoi gioielli. Diventata talmente bella, da essere costretta a forza ad abbandonare (malvolentieri) quella sua genetica modestia di fronte ai frutti copiosi del suo rito ambrosiano. I grattacieli, i nuovi quartieri, ma soprattutto le industrie e i servizi che marciano al passo delle più veloci regioni d'Europa.

E tutto questo, anche nel sant'Ambrogio delle tre divine, per chi ha occhi per vedere, si vedrà bene.

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