In tempi di vacche magre, mentre a Roma la politica si divide se ridurre gli stipendi ai ministri e ai parlamentari sotto i colpi della martellante campagna contro la «casta» e si parla anche di bloccare i rinnovi automatici dei contratti pubblici per dare un segnale di solidarietà alle migliaia di lavoratori del settore privato che hanno perso il posto, è confortante sapere che in Italia sopravvivono isole felici dove la crisi è lontana e non mancano le risorse pubbliche da distribuire a poche ma qualificate famiglie. Sono le famiglie dei dirigenti della Regione Toscana, i quali tra pochi giorni riceveranno nella busta paga una gratifica di circa 9mila euro a testa. Chi più, chi meno.
Sono denari previsti da accordi integrativi, contratti nazionali e quantaltro. Sul sito internet della Regione cè unapposita sezione intitolata «Trasparenza valutazione e merito» che offre una vasta mole di documentazione. Tuttavia la voglia di completezza nuoce alla necessità di chiarezza e nemmeno l'abbondanza di tabelle, grafici e delibere riesce a soddisfare la curiosità dei cittadini. La notizia della manna che sta per piovere su Palazzo Strozzi Sacrati non arriva dal web, ma da una mail che i Cobas della Regione Toscana hanno fatto circolare ieri mattina sui computer dei dipendenti. Il sindacato chiede di «bloccare subito lerogazione di oltre 9mila euro a ogni dirigente»: e già questa è una notizia, unassociazione di categoria che chiede di bloccare un aumento di stipendio ancora non sera vista.
I Comitati di base pongono una questione di equità: la ripartizione di tutto quel denaro sarebbe sbilanciata. «Abbiamo posto un problema di iniqua distribuzione di risorse mediante abnormi quote di produttività aggiuntiva alla dirigenza», tuonano. Tradotto dal sindacalese, significa che i premi di produzione e le retribuzioni aggiuntive sarebbero stati calcolati con una certa generosità. Questa è la posizione dei Cobas, sia chiaro. Fatto sta che le rappresentanze di base hanno chiesto da tempo un incontro con i vertici dellamministrazione, ricevendo come risposta un muro di silenzio. Nessuna risposta, nemmeno negativa.
Il mutismo della Regione va interpretato in un modo solo, secondo i Cobas: un «evidente conflitto di interessi». «I dirigenti si firmano da soli gli accordi per spartirsi la torta con il beneplacito delle loro organizzazioni sindacali». Una situazione che la nuova giunta deve fermare. «Chiediamo di sospendere con urgenza lerogazione di questa produttività aggiuntiva e di verificare, assieme a tutte le rappresentanze dei lavoratori, i motivi di tali abnormi differenze di comportamento e la possibilità concreta di apportare correzioni significative».
Il detto è vecchio ma sempre attuale: armiamoci e partite. Sacrifici sì, ma cominci qualcun altro. LItalia si mobilita ma lo stipendio dei dirigenti regionali toscani non si tocca. Non è che quei premi di produttività siano illegittimi. Esistono contratti, commi, protocolli, tabelle, relazioni, prospetti, delibere, schede, monitoraggi. Lo stipendio di dirigenti e dipendenti è composto dalla paga base più una serie di retribuzioni aggiuntive: per i dipendenti equivale a circa una mensilità in più, per i livelli più elevati il computo è complicatissimo ma ricco di soddisfazioni. Nel 2009 è saltata fuori una somma da spartire superiore al previsto. Forse poteva essere assegnata diversamente, almeno in parte, come segno di solidarietà. Sarà ripartita tra i 150 dirigenti. Che già non se la passano male: tra stipendio tabellare, retribuzione di posizione e retribuzione di risultato guadagnano mediamente sui 100mila euro lordi lanno, da un massimo di 162mila (il direttore generale) fino a poco meno di 80mila euro.
La delibera della giunta regionale è del 31 marzo, cera ancora il vecchio governatore Claudio Martini, è stato uno dei suoi ultimi atti prima di cedere la mano al neopresidente Enrico Rossi (sempre di centrosinistra).
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